{"url":"https://www.zooplus.it/magazine/uccelli/benessere-degli-uccelli/psittacosi-nei-pappagalli","title":"Psittacosi nei pappagalli","mag_id":338078,"is_single":true,"cat_name":"Uccelli","sub_cat_id":569,"sub_cat_name":"Benessere degli uccelli","cat_id":546}
Il piumaggio arruffato e privo di lucentezza è un segno comune della psittacosi
La psittacosi ha diversi nomi. È nota anche come “clamidiosi”, “ornitosi” o “malattia del pappagallo”. Può colpire anche altre specie di uccelli. Leggendo questo articolo potrai scoprire quali sintomi manifestano i volatili infetti, quali sono le opzioni di trattamento disponibili e se la psittacosi è soggetta a notifica obbligatoria.
In Italia la psittacosi è classificata come una zoonosi soggetta ad obbligo di notifica, secondo l’art.5 del Regolamento di polizia veterinaria. Si tratta, infatti, di uno dei casi di malattie trasmissibili che “[…] devono essere segnalati dal veterinario comunale all’ufficiale sanitario unitamente alle misure urgenti adottate per impedire il contagio all’uomo”. Per quanto riguarda la normativa comunitaria, secondo la Direttiva 2003/99/CE la psittacosi è inclusa nell’elenco delle zoonosi “da sottoporre a sorveglianza in base alla situazione epidemiologica”.
Sintomi: quali segni mostrano i pappagalli affetti da psittacosi?
I volatili infetti non sempre mostrano segni clinici (infezione latente). Questo rappresenta un problema significativo perché anche dei pappagalli apparentemente sani possono espellere la clamidia e trasmetterla ad altri animali.
Importante: nonostante sia conosciuta come “malattia del pappagallo”, anche altre razze di uccelli, come il Parrocchetto ondulato o i piccioni, possono contrarre la psittacosi.
Se si sviluppa la malattia, i pappagalli colpiti di solito manifestano sintomi simili a quelli dell’influenza:
diminuzione dell’appetito e perdita di peso.
piumaggio privo di lucentezza e arruffato.
stanchezza e dolore agli arti.
in alcuni casi, febbre alta.
occhi arrossati e gonfi (congiuntivite).
raffreddore e respiro corto a causa dell’infiammazione del naso (rinite) e dei seni paranasali (sinusite) o, nel peggiore dei casi, polmonite.
possibili sintomi neurologici (ad es. tremori o zoppia).
se i polmoni (o il naso) si infiammano, si verificano problemi respiratori.
possono comparire anche sintomi gastrointestinali, come la diarrea.
Mentre la maggior parte dei pappagalli si ammala cronicamente per un lungo periodo di tempo, alcuni esemplari muoiono in tempi molto brevi.
Diagnosi: come si riconosce la psittacosi?
Se il tuo amico piumato non sta bene e mostra segni sospetti di psittacosi, portalo dal veterinario.
Questo può individuare i batteri prelevando un campione da diverse parti del corpo con un tampone. Invierà poi il tampone ad un laboratorio che coltiverà i batteri o li rileverà con vari metodi diagnostici (ad esempio PCR o test Elisa).
Il veterinario può anche prelevare un campione di sangue dal tuo volatile. In questo modo potrà controllare parametri importanti come la quantità di cellule infiammatorie.
Trattamento: come si cura la psittacosi nei pappagalli?
Se il laboratorio conferma il sospetto diagnostico, il veterinario è tenuto per legge a informare l’ufficio sanitario competente (obbligo di notifica). A seconda dell’estensione della malattia, il veterinario ti consiglierà le seguenti strategie di controllo:
mettere in quarantena il pappagallo malato per isolarlo dagli altri esemplari.
entrare nella zona in cui si trova solo indossando indumenti protettivi per evitare infezioni.
sottoporre tutti gli animali che vivono in casa ad un trattamento antibiotico.
Se il veterinario ha trattato i tuoi pet con antibiotici per la prima volta, dopo qualche giorno li sottoporrà ad un nuovo test per verificare l’eventuale presenza del batterio. Solo quando tutti gli animali presenti in casa sono liberi dall’infezione il trattamento è stato completato con successo.
Prognosi: quali sono le probabilità di guarigione dalla psittacosi?
Prima si interviene, migliore sarà la prognosi. Ciononostante, potrebbe essere necessario un po’ di tempo prima che i tuoi volatili siano di nuovo liberi dal batterio.
Poiché un’infezione latente rende difficile eliminare completamente gli agenti patogeni dalla popolazione di pappagalli, spesso il veterinario deve esaminare e trattare i tuoi amici di penna più volte.
Cause: cosa provoca la psittacosi?
La psittacosi è una malattia infettiva batterica. La causa scatenante è il batterio Chlamydia psittaci, che può vivere all’interno delle cellule in modo simile ai virus.
Se ad infettarsi sono uccellidiversi dai pappagalli o gli esseri umani, la malattia è definita ornitosi. Se invece sono i volatili della famiglia dei pappagalli (psittacidi) ad aver contratto la malattia, si parla di psittacosi.
Trasmissione: come avviene il contagio?
I pappagalli infetti espellono il batterio attraverso le feci o attraverso le secrezioni nasali o oculari. Il tuo amico pennuto può infettarsi anche ingerendo cibo contaminato.
Se adotti un nuovo volatile o visiti un’esposizione di uccelli, il rischio che l’intero stormo venga contagiato è particolarmente elevato.
Profilassi: come posso proteggere i miei pappagalli dalla psittacosi?
Per proteggere i tuoi volatili da questa malattia infettiva batterica altamente contagiosa, dovresti prestare particolare attenzione ai due punti seguenti:
tieni i nuovi arrivati in quarantena finché non hai la certezza che non siano infetti dal batterio della psittacosi.
Questo articolo di zooplus Magazine è puramente informativo. Se il tuo animale presenta malessere e fastidi, contatta il tuo veterinario per diagnosi e cure.
Scheda della psittacosi nel pappagallo
Definizione:
La psittacosi, conosciuta anche come “ornitosi”, “clamidia” o “malattia del pappagallo”, è un’infezione respiratoria di origine batterica. Colpisce soprattutto i pappagalli e i parrocchetti ondulati ma, trattandosi di una zoonosi, può essere trasmessa anche agli umani. Per questa ragione, è una malattia sottoposta ad obbligo di notifica
Sintomi:
diminuzione dell’appetito e perdita di pesopiumaggio privo di lucentezza e arruffatostanchezza e dolore agli artiin alcuni casi, febbre altacongiuntiviteraffreddore e respiro corto (in caso di rinite, sinusite o polmonite)possibili sintomi neurologici (ad es. tremori o zoppia)se i polmoni (o il naso) si infiammano, si verificano problemi respiratoripossibili sintomi gastrointestinali (ad es. diarrea)
Cause:
La causa scatenante è il batterio Chlamydia psittaci, che può vivere all’interno delle cellule. I pappagalli infetti espellono il batterio attraverso feci, secrezioni nasali e oculari o ingerendo cibo contaminato
Strumenti diagnostici:
prelievo di un campione con tampone da far esaminare in laboratorio (tramite coltura batterica, PCR o test Elisa)esame del sangue per controllare la quantità di cellule infiammatorie
Intervento chirurgico:
no
Trattamento / Strategie di controllo:
isolare il pappagallo dagli altri esemplarientrare nella zona in cui si trova indossando indumenti protettivi per evitare infezionipulire e disinfettare regolarmente gabbie, voliere e loro arredisottoporre tutti i pet presenti in casa ad un trattamento antibiotico
Prognosi:
Dipende soprattutto dalla tempestività di intervento. Per liberare completamente gli uccelli dal batterio, può essere necessario un po’ di tempo, nonché esaminarli e trattarli più volte
Prevenzione:
pulire e disinfettare regolarmente le gabbietenere i nuovi arrivati in quarantena finché non si abbia la certezza che non siano infetti
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Franziska G., Veterinario
Mi sono laureata in Medicina Veterinaria all’Università Justus-Liebig di Gießen, in Germania, e ho maturato una vasta esperienza in diversi ambiti quali la medicina clinica per piccoli animali, la pratica veterinaria per animali di grossa taglia e per animali esotici, approfondendo le mie conoscenze in fatto di farmacologia, patologia e igiene alimentare. Da allora svolgo attività come autrice non solo di testi di argomento veterinario ma anche in quello che è l’ambito della mia dissertazione scientifica. Il mio obiettivo è quello di riuscire a proteggere meglio gli animali dagli agenti patogeni di tipo batterico. Oltre alle mie conoscenze mediche, mi piace condividere la mia felice esperienza di proprietaria di un cane: in questo modo posso comprendere da vicino e allo stesso tempo fare chiarezza sulle principali problematiche che riguardano la salute degli animali.
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