{"url":"https://www.zooplus.it/magazine/uccelli/benessere-degli-uccelli/polyomavirus-nei-pappagalli-muta-francese","title":"Polyomavirus nei pappagalli (“muta francese”)","mag_id":361963,"is_single":true,"cat_name":"Uccelli","sub_cat_id":569,"sub_cat_name":"Benessere degli uccelli","cat_id":546}
Gli esemplari giovani contraggono la polyomavirosi più frequentemente e spesso in maniera più grave degli uccelli adulti.
Tutti i tuoi pulcini sono morti senza prima mostrare alcun segno di malattia? In questo caso, dovresti assolutamente sottoporre i genitori al test per il polyomavirus! In questo articolo trovi tutto ciò che gli allevatori e le persone di riferimento di volatili dovrebbero sapere sul polyomavirus nei pappagalli e nei parrocchetti ondulati.
In generale, l’infezione da polyomavirus è più grave neiparrocchetti ondulatiche nei pappagalli. Mentre gli uccelli adulti non mostrano quasi alcun segno di malattia, i nidiacei muoiono quasi sempre all’improvviso. Il piumaggio dei volatili di oltre due settimane di vita si modifica, ma i cambiamenti sono difficilmente riconoscibili dopo il successivo periodo della muta.
Sintomi: come riconoscere un’infezione da polyomavirus
L’infezione da polyomavirus assume tre forme diverse a seconda dell’età del pennuto infetto:
1. Forma acuta
Se un uccello di meno di due settimane (nidiaceo) viene infettato dal polyomavirus, muore in brevissimo tempo. I veterinari definiscono questa forma della malattia anche “mortalità dei nidiacei di pappagallino”, poiché il tasso di mortalità è quasi del 100%.
Tuttavia, questa forma si verifica meno frequentemente perché i nidiacei fino a due settimane di età possiedono ancora gli anticorpi materni.
2. Forma cronica
Se la concentrazione di anticorpi materni nel sangue diminuisce dopo circa due settimane di vita, i parrocchetti non sono più sufficientemente protetti. Se si infettano durante questo periodo, il loro piumaggio si modifica.
In particolare, le penne della coda e le grandi penne delle ali cadono, rendendo i parrocchetti colpiti incapaci di volare. I veterinari chiamano questa condizione “malattia del corridore” e i pappagallini colpiti “saltatori” o “corridori”.
Se gli uccelli colpiti sopravvivono, le loro piume ricrescono normalmente dopo la muta successiva. Gli specialisti parlano di “muta francese”.
3. Forma silente (inapparente)
Anche i parrocchetti adulti possono essere infettati dai polyomavirus. Tuttavia, poiché il loro sistema immunitario è abbastanza forte, la malattia non si manifesta apertamente.
Problema: anche se non mostrano sintomi, i volatili adulti infetti espellono i virus e possono quindi infettare altri conspecifici.
Diagnosi: come viene individuato il polyomavirus
In base ai segni tipici della malattia, generalmente i veterinari sospettano subito che il tuo piccolo amico di penna possa aver contratto il polyomavirus.
Tuttavia, poiché il quadro clinico non differisce molto da quello della psittacosiand e della malattia del becco e delle penne (PBFD), per effettuare una diagnosi affidabile il veterinario eseguirà un prelievo di sangue o piume. Anche un campione fecale può essere utile per individuare il virus, poiché gli animali malati lo espellono nelle feci.
Il veterinario invia i campioni a un laboratorio specializzato, che analizza il materiale con metodi biologici molecolari (PCR) o coltiva i virus mediante colture cellulari. È possibile anche una diagnosi indiretta, nel caso in cui il laboratorio rilevi gli anticorpi nel siero del sangue.
Terapia: è possibile curare la polyomavorosi?
La scienza non è ancora riuscita a sviluppare una cura. Ciononostante, il veterinario può migliorare la qualità e la durata della vita del tuo amico pennuto con l’aiuto di misure di supporto. Ad esempio, può somministrare al volatile vitamine per rafforzare il sistema immunitario e le funzioni di altri organi.
Come si infettano i pappagallini con il polyomavirus?
L’infezione da polyomavirus, nota anche come Budgerigar Fledgling Desease (BFD), si verifica principalmente nei parrocchetti ondulati. Tuttavia, il virus colpisce anche alcune specie di pappagalli come gli Ara o il Pappagallo Ecletto, ma in questi casi la malattia è di solito più lieve.
Se un uccello sano entra in contatto con uno infetto o ingerisce feci o polvere di piume contaminate, i polyomavirus entrano nel flusso sanguigno. Da qui, gli agenti patogeni si diffondono a vari organi, come il sistema nervoso (cervello), la milza e il fegato e la pelle, comprese le piume.
Prevenzione: come posso proteggere il mio pappagallino dal polyomavirus?
Una delle regole più importanti è quella di escludere gli esemplari malati dalla riproduzione.
Si tratta di una misura fondamentale perché i genitori possono trasmettere molte malattie batteriche e virali ai pulcini e agli altri uccelli.
Assicurati, inoltre, di tenere i tuoi amici pennuti in un ambiente adatto alla specie e di alimentarli con una dieta equilibrata e con mangime per uccelli di alta qualità. Questo ti aiuterà a evitare lo stress, che può causare l’insorgere di infezioni nascoste (forma inapparente).
Un altro consiglio: in un primo momento, tieni i nuovi arrivati separati dal resto del gruppo. Una volta effettuato il test per il polyomavirus, se il risultato è negativo, puoi tranquillamente riunire tutti gli uccelli nella stessa voliera.
Scheda del polyomavirus nei pappagalli e nei parrocchetti ondulati
Definizione:
Malattia virale altamente contagiosa causata dal Polyomavirus. Colpisce gli psittacidi, ma in particolare i parrocchetti ondulati e alcune specie di pappagalli, come gli Ara e il Pappagallo Eclettico
Sintomi:
alterazione del piumaggio e, in alcuni casi, perdita delle piume della coda e delle ali, con conseguente incapacità di volare. I nidiacei quasi sempre muoiono senza aver mostrato alcun sintomo. Gli uccelli adulti sono maggiormente in grado di sopravvivere spesso non mostrano sintomi, ma sono ugualmente contagiosi
Cause e modalità di trasmissione:
il polyomavirus può essere contratto per via aerea o ingerendo feci o polvere di piume di uccelli infetti. Può anche essere trasmesso dai genitori ai figli
Strumenti diagnostici:
esame del sangue, delle piume o delle feci tramite metodi biologici molecolari (PCR) o colture cellulari
Intervento chirurgico:
no
Vaccinazione:
no
Trattamento:
non esiste ancora una cura, ma solo misure di supporto, come la somministrazione di vitamine
Prognosi:
nei nidiacei, il tasso di mortalità è di quasi il 100%. Gli esemplari adulti, con una terapia di supporto, possono vivere bene e a lungo
Prevenzione:
escludere gli esemplari malati dalla riproduzionetenere i nuovi arrivati separati dal resto del gruppo finché non si abbia un risultato negativo del test per il polyomavirusambiente di allevamento adatto alla speciedieta equilibrata
Questo articolo di zooplus Magazine è puramente informativo. Se il tuo animale presenta malessere e fastidi, contatta il tuo veterinario per diagnosi e cure.
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Franziska G., Veterinario
Mi sono laureata in Medicina Veterinaria all’Università Justus-Liebig di Gießen, in Germania, e ho maturato una vasta esperienza in diversi ambiti quali la medicina clinica per piccoli animali, la pratica veterinaria per animali di grossa taglia e per animali esotici, approfondendo le mie conoscenze in fatto di farmacologia, patologia e igiene alimentare. Da allora svolgo attività come autrice non solo di testi di argomento veterinario ma anche in quello che è l’ambito della mia dissertazione scientifica. Il mio obiettivo è quello di riuscire a proteggere meglio gli animali dagli agenti patogeni di tipo batterico. Oltre alle mie conoscenze mediche, mi piace condividere la mia felice esperienza di proprietaria di un cane: in questo modo posso comprendere da vicino e allo stesso tempo fare chiarezza sulle principali problematiche che riguardano la salute degli animali.
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