{"url":"https://www.zooplus.it/magazine/gatto/salute-e-cura-del-gatto/panleucopenia-felina","title":"La panleucopenia felina (FPV)","mag_id":177152,"is_single":true,"cat_name":"Gatto","sub_cat_id":993,"sub_cat_name":"Salute e cura del gatto","cat_id":542}
La panleucopenia felina, anche nota come parvovirosi felina, gastroenterite infettiva del gatto, atassia felina o cimurro felino, è una pericolosa malattia infettiva. L’agente eziologico è il parvovirus felino (FPV), piuttosto diffuso tra i gatti. Siccome la panleucopenia felina, che è una patologia altamente contagiosa, ha esisti fatali se non viene trattata con tempestività, è estremamente importante adottare le necessarie misure di prevenzione.
In questo articolo abbiamo riassunto per te tutte le informazioni più importanti in merito ai sintomi tipici e al trattamento della malattia, oltre a darti indicazioni su come proteggere il tuo gatto da questo virus.
Qual è la causa della panleucopenia felina?
Il fattore scatenante della panleucopenia felina è rappresentato dai parvovirus felini (FPV), i quali appartengono alla famiglia dei parvoviridae e sono molto comuni tra i gatti. Si tratta di virus altamente contagiosi che vengono escreti, tra le altre vie, anche attraverso le feci. Poiché sono molto resistenti, questi virus possono sopravvivere nell’ambiente per oltre un anno. Per prevenire l’infezione, quindi, è molto importante rispettare misure igieniche scrupolose. Fortunatamente, grazie all’elevato numero delle vaccinazioni, negli ultimi anni il numero di infezioni è diminuito drasticamente.
Quando un gatto è infetto da FPV, si assiste ad una diminuzione del numero dei suoi globuli bianchi (leucociti), i quali fanno parte del sistema immunitario dell’animale. Quando la conta totale dei leucociti diminuisce, i gatti risultano immunocompromessi: in queste circostanze possono verificarsi infezioni batteriche secondarie e altre patologie.
Come accade che i gatti si infettino?
La parvovirosi del gatto è una malattia altamente contagiosa. I virus vengono ingeriti attraverso la bocca e i gatti possono infettarsi tra loro tramite l’inalazione delle goccioline disperse nell’aria. Ma esiste anche una modalità di trasmissione indiretta, ad esempio attraverso il contatto con oggetti contaminati o tramite alimenti infettati dai virus.
I virus entrano nel corpo del gatto attraverso il tratto gastrointestinale o quello respiratorio, sino a raggiungere i linfonodi circostanti. Da lì possono migrare tramite il flusso sanguigno dell’animale. Si tratta di un fenomeno che viene comunemente denominato “viremia”. Il parvovirus felino prende di mira le cellule che si dividono rapidamente, come le cellule dell’intestino, del sistema linfatico o del midollo osseo, i quali vengono conseguentemente danneggiati dal FPV.
Quali sono i sintomi della parvovirosi felina?
La panleucopenia del gatto può presentarsi in diverse forme. Queste differiscono notevolmente l’una dall’altra a livello di gravità e di prognosi.
Forma iperacuta
Questa variante si verifica prevalentemente nei gatti molto giovani che vengono infettati dal parvovirus felino tra l’ottava e la dodicesima settimana di vita. Poiché a quest’epoca di sviluppo il gatto non ha ancora un sistema immunitario completamente formato, di solito l’animale muore in brevissimo tempo senza aver mostrato alcun sintomo.
Forma acuta
Anche questa forma si manifesta all’improvviso ma è accompagnata da un’ampia gamma di sintomi. I gatti che ne sono colpiti possono morire a seguito delle seguenti manifestazioni sintomatiche:
cattive condizioni generali con febbre alta, che tipicamente si presenta ad intervalli
disturbi gastrointestinali come nausea, vomito, diarrea acquosa e talvolta con presenza di sangue, così come diminuzione dell’assunzione di cibo (inappetenza)
La maggior parte dei gatti adulti è dotato di un sistema immunitario forte. Pertanto, spesso gli animali colpiti da questi virus non presentano sintomi o manifestano soltanto sintomi lievi.
Forma che si verifica all’interno dell’utero (infezione intrauterina)
Nel caso in cui si verifichi un’infezione dei feti all’interno dell’utero della madre, i piccoli possono morire. Qualora i gattini nascano vivi, invece, possono soffrire ad esempio di malformazioni del cervelletto, con conseguenti disturbi del movimento per tutta la vita.
Qual è la prognosi?
La prognosi di panleucopenia felina dipende dalla specifica forma della malattia stessa. Mentre la forma subacuta nei gatti adulti di solito si rivela lieve, quella acuta – se non trattata – può portare rapidamente alla morte dell’animale. Sfortunatamente, senza trattamento, anche i giovani gatti che sviluppano la forma iperacuta nella maggior parte dei casi non sopravvivono.
Se il tuo gatto ha febbre, vomito persistente o diarrea, non esitare a consultare il tuo medico veterinario di fiducia. Per trattare in maniera efficace questa patologia sono fondamentali misure tempestive.
Come si può rilevare la panleucopenia felina?
Di solito la panleucopenia felina si manifesta all’improvviso: i proprietari dei gatti di norma rilevano rapidamente un deterioramento delle condizioni generali del loro animale. Al più tardi quando si verificano febbre alta, vomito o diarrea persistente, è essenziale che il gatto venga visitato da un medico veterinario.
Quest’ultimo può già nutrire un sospetto attraverso precise domande che pone al proprietario dell’animale (ossia raccogliendo l’anamnesi) e sulla base dell’esame clinico generale. Per poter confermare l’effettiva presenza della patologia nel gatto, tuttavia, sono necessarie ulteriori misure diagnostiche.
Un esame del sangue può rilevare con esattezza il numero dei globuli bianchi (leucociti) presenti nel sangue dell’animale. Un forte calo dei leucociti è infatti un chiaro indicatore di panleucopenia felina. Tuttavia, poiché anche altre malattie infettive (ad es. il coronavirus e la salmonella) possono portare ad un quadro clinico analogo a quello della panleucopenia felina, è necessaria un’ulteriore rilevazione degli agenti patogeni.
Per fare ciò si raccoglie un campione di feci, che viene esaminato per i parvovirus felini utilizzando un test ELISA.
Come si tratta la panleucopenia felina?
Il trattamento della parvovirosi felina viene effettuato principalmente con l’aiuto di terapie di supporto. Queste servono soprattutto a stabilizzare l’animale. Le principali misure terapeutiche sono:
infusioni con elettroliti, liquidi e soluzioni zuccherine, eventualmente l’aggiunta di eparina per prevenire l’incremento della coagulazione nel sangue
in caso di vomito, farmaci antiemetici e gastroprotettori per proteggere lo stomaco
antibiotici per contrastare eventuali infezioni batteriche secondarie: queste possono subire un incremento a causa dell’indebolimento del sistema immunitario del gatto, a sua volta dovuto ad una diminuzione dei globuli bianchi
utilizzo di anticorpi (immunoglobuline) per supportare il sistema immunitario
apporto di nutrienti attraverso il flusso sanguigno (nutrizione parenterale), per i primi giorni, con successiva somministrazione di alimenti leggeri, ad es. pollo bollito o fiocchi di latte
trasfusione di sangue, se necessario
Posso proteggere il mio gatto dalla parvovirosi felina?
La panleucopenia si manifesta con sintomi gravi e il decorso della malattia può portare rapidamente l’animale alla morte, in particolare nei gatti giovani e immunocompromessi. Per questo motivo, è importante adottare misure preventive. Queste comprendono:
misure di igiene: poiché il parvovirus felino (FPV) può sopravvivere nell’ambiente per molto tempo, è molto importante effettuare una disinfezione accurata di superfici e oggetti come la lettiera o la ciotola del cibo. Quando si sceglie il disinfettante, però, bisogna prestare attenzione al fatto che abbia azione virucida
vaccinazioni: contro la parvovirosi felina sono disponibili diversi vaccini. Le linee guida del WSAVA (World Small Animal Veterinary Association) raccomandano un’immunizzazione di base di tutti i gatti e inseriscono questa vaccinazione tra i cosiddetti vaccini core.
Questo articolo di zooplus Magazine è puramente informativo. Se il tuo animale presenta malessere e fastidi, contatta il tuo veterinario per diagnosi e cure.
Scheda della panleucopenia felina (FPV)
Definizione:
La panleucopenia felina, nota anche come parvovirosi felina, gastroenterite infettiva del gatto, atassia felina o cimurro felino, è una pericolosa malattia infettiva virale che colpisce e danneggia soprattutto le cellule dell’intestino, del sistema linfatico o del midollo osseo del gatto, così come di altri felini
Sintomi:
la panleucopenia felina può presentarsi in forme diverse per gravità e prognosi
forma iperacuta:
si verifica prevalentemente nei gattini tra l’ottava e la dodicesima settimana di vita che, non avendo ancora sviluppato un sistema immunitario completo, di solito muoiono in brevissimo tempo senza aver mostrato alcun sintomo
forma acuta:
cattive condizioni generali con febbre alta
disturbi gastrointestinali come nausea, vomito, diarrea acquosa e talvolta con presenza di sangue
inappetenza
disidratazione
forma subacuta:
generalmente senza sintomi o con sintomi lievi
forma intrauterina:
infezione dei feti all’interno dell’utero della madre. Questi possono morire o, se nascono vivi, soffrire di malformazioni del cervelletto, con conseguenti disturbi del movimento per tutta la vita
Cause:
l’infezione è provocata dal parvovirus felino (FPV)
altamente contagioso, che viene escreto soprattutto attraverso le feci, è molto resistente e può sopravvivere nell’ambiente per oltre un anno.
Il virus viene ingerito attraverso la bocca e i gatti possono infettarsi tra loro tramite l’inalazione delle goccioline disperse nell’aria. Meno frequente, ma possibile, è anche la trasmissione indiretta attraverso il contatto con oggetti contaminati o assunzione di alimenti infettati
Strumenti diagnostici:
anamnesi, esame clinico generale, analisi del sangue, esame delle feci utilizzando un test ELISA
Intervento chirurgico:
no
Terapie:
Si possono effettuare le seguenti terapie di supporto per stabilizzare le condizioni del micio:
infusioni con elettroliti, liquidi e soluzioni zuccherine, eventualmente l’aggiunta di eparina per prevenire l’incremento della coagulazione nel sangue
in caso di vomito, farmaci antiemetici e gastroprotettori
antibiotici per contrastare eventuali infezioni batteriche secondarie
utilizzo di anticorpi (immunoglobuline) per supportare il sistema immunitario
infusione di nutrienti direttamente nel sangue (nutrizione parenterale) con successiva somministrazione di alimenti leggeri
trasfusione di sangue, se necessario
Vaccinazione:
sì
Prognosi:
dipende dalla forma della malattia. Il micio può guarire facilmente dalla forma subacuta mentre quella acuta – se non trattata – può portare rapidamente al decesso. Senza un trattamento tempestivo, anche i gattini che sviluppano la forma iperacuta nella maggior parte dei casi non sopravvivono
Prevenzione:
vaccinazione
rispettare misure igieniche molto scrupolose
Franziska G., Veterinario
Mi sono laureata in Medicina Veterinaria all’Università Justus-Liebig di Gießen, in Germania, e ho maturato una vasta esperienza in diversi ambiti quali la medicina clinica per piccoli animali, la pratica veterinaria per animali di grossa taglia e per animali esotici, approfondendo le mie conoscenze in fatto di farmacologia, patologia e igiene alimentare. Da allora svolgo attività come autrice non solo di testi di argomento veterinario ma anche in quello che è l’ambito della mia dissertazione scientifica. Il mio obiettivo è quello di riuscire a proteggere meglio gli animali dagli agenti patogeni di tipo batterico. Oltre alle mie conoscenze mediche, mi piace condividere la mia felice esperienza di proprietaria di un cane: in questo modo posso comprendere da vicino e allo stesso tempo fare chiarezza sulle principali problematiche che riguardano la salute degli animali.
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