{"url":"https://www.zooplus.it/magazine/gatto/salute-e-cura-del-gatto/lipertiroidismo-nel-gatto-quando-la-tiroide-impazzisce","title":"L’ipertiroidismo nel gatto: quando la tiroide impazzisce","mag_id":261721,"is_single":true,"cat_name":"Gatto","sub_cat_id":993,"sub_cat_name":"Salute e cura del gatto","cat_id":542}
In questo articolo troverai tutto quello che devi sapere sull’ipertiroidismo nel gatto, per riconoscerne i sintomi e intervenire nel modo giusto.
Sintomi: come riconoscere una disfunzione della tiroide nel mio gatto?
Quelli tiroidei sono tra gli ormoni più importanti dell’organismo, influenzano infatti diverse funzioni cellulari: ecco perché l’ipertiroidismo nel gatto si riversa su più organi, manifestando quindi una sintomatologia piuttosto variabile.
Tra i segnali più indicativi di ipertiroidismo nel gatto possiamo ricordare:
pressione alta
perdita di peso nonostante un concomitante aumento di appetito
aumento della sete e della minzione (polidipsia e poliuria)
iperattività e irrequietezza generale
difficoltà a deglutire
Talvolta l’ipertiroidismo nel gatto può causare anche cambiamenti comportamentali, come improvvisa aggressività o ansia.
Se la malattia si estende al tratto gastrointestinale, saranno presenti anche diarrea o vomito.
L’ultimo stadio: ci si arriva solo senza terapia!
Se un gatto affetto da disfunzioni tiroidee non viene curato a dovere, raggiungerà gradualmente lo stadio finale della malattia: gli ormoni impazziti avranno un effetto negativo sul cuore e la pressione aumenterà a dismisura.
L’ipertensione si riverserà poi naturalmente su altri organi, come i reni o gli occhi, mettendo addirittura a rischio la vita del povero malcapitato peloso.
Diagnosi: come si accerta l’ipertiroidismo nel gatto?
Se dopo un primo esame clinico generale il sospetto di ipertiroidismo nel gatto sembra essere fondato, il veterinario utilizzerà diversi metodi diagnostici per accertarlo definitivamente:
Esame del sangue
Come prima cosa, il veterinario preleverà un campione di sangue del tuo peloso, per analizzare diversi parametri.
L’ipertiroidismo nel gatto è spesso associato a un aumento degli enzimi epatici (ad esempio, alanina aminotransferasi o fosfatasi alcalina).
A causa del peggioramento dell’attività muscolare spesso connesso a questa disfunzione della tiroide, si possono notare anche valori di creatinina sotto la norma.
Controllo della tiroide
Oltre ai parametri appena elencati, l’esame del sangue darà indicazioni anche in merito alla concentrazione dei vari ormoni tiroidei al suo interno.
Ciò include, ad esempio, la misurazione di uno dei due principali ormoni prodotti dalla tiroide, la tiroxina, tramite l’analisi dell’ormone totale (TT4) o libero (ft4).
Analizzando il valore del TSH, invece, si avrà idea della qualità della comunicazione tra l’ipofisi, presente nel cervello, e la ghiandola tiroidea.
Se un gatto è affetto da ipertiroidismo, i valori di quest’ultimo ormone saranno bassi, in concomitanza ad un aumento del T4, che sopprime infatti il rilascio di TSH da parte dell’ipofisi.
Ecografia
Molto spesso, per escludere la presenza di tumori o altre forme patologiche della tiroide, i veterinari ricorrono ad un’ecografia, che consente di valutare il tessuto tiroideo visionandone le dimensioni, la forma e l localizzazione.
Se durante l’esame ecografico si riscontrasse la presenza di forme sospette, sarà possibile eseguire un ago aspirato seduta stante e prelevare, sotto la guida dell’ecografo, un campione di tessuto, per analizzare l’eventuale presenza di tumori benigni o maligni.
Scintigrafia
Se nella tiroide si riscontra la presenza di uno o più noduli, il veterinario effettuerà una scintigrafia tiroidea, un’altra tecnica di diagnostica per immagini che fornisce importanti informazioni sulla funzionalità della ghiandola.
Al gatto verranno somministrati farmaci radioattivi simili allo iodio, che possono essere incorporati dalla tiroide: le radiazioni emesse da questa sostanza vengono rilevate da un’apposita apparecchiatura, detta gamma camera, e le informazioni vengono poi elaborate fino a produrre un’immagine della tiroide che ne evidenzi il livello di funzionalità.
Raggi X
Esistono inoltre strumenti diagnostici utili per valutare se altri organi sono stati danneggiati dai disturbi legati alla tiroide. Con un esame a raggi X, ad esempio, il veterinario potrà controllare lo stato di salute del fegato o dei reni.
Terapia: esistono farmaci contro l’ipertiroidismo?
Quando si tratta di curare l’ipertiroidismo nel gatto, la medicina veterinaria distingue due tipologie di terapia, una reversibile e una irreversibile.
La scelta tra l’uno o l’altro trattamento dipende ovviamente dalle specificità della patologia e dalle condizioni di salute dell’animale.
La terapia reversibile
Questo tipo di cura comprende un trattamento con farmaci tireostatici, in grado di “captare” lo iodio presente nell’organismo e di impedirgli di arrivare alla tiroide, inibendo così la produzione ormonale di T4 e T3.
Durante queste terapie è importante far controllare regolarmente, circa ogni 3 mesi, i livelli degli ormoni tiroidei, perché il veterinario possa eventualmente regolare la dose dei farmaci da assumere e ridurre così, se possibile, gli effetti collaterali.
In aggiunta o in alternativa ad altri trattamenti, dovrai probabilmente apportare qualche cambiamento alla dieta del tuo peloso.
La somministrazione di alimenti per gatti a ridotto contenuto di iodio, ad esempio, regola anche la concentrazione di T4. Parlane con il tuo veterinario: saprà sicuramente consigliarti la tipologia di prodotti più adatti per il tuo pelosetto.
Un consiglio: la scelta di un alimento dietetico specifico può aiutare l’organismo del tuo gatto a svolgere correttamente le sue funzioni naturali.
È importante però tenere a mente che gli integratori dietetici, di per sé, non sono in grado né di curare né di prevenire la comparsa di malattie. Chiedi aiuto al tuo veterinario per formulare la dieta giusta per il tuo peloso.
I trattamenti di tipo irreversibile saranno presi in considerazione solo qualora il primo tipo di terapia non risulti (più) efficace.
Tra questi, il trattamento di elezione è la radio iodio terapia: al gatto verrà somministrato iodio radioattivo per via endovenosa o sottocutanea; questa sostanza andrà a concentrarsi nel tessuto tiroideo ancora malato, distruggendolo.
Nella maggior parte dei casi è sufficiente una sola somministrazione.
Un’altra alternativa è la tiroidectomia, vale a dire l’asportazione chirurgica dell’intera ghiandola tiroidea.
Mano al portafoglio: quanto costa curare l’ipertiroidismo nel gatto?
La terapia farmacologica a lungo termine, purtroppo, è associata a costi continui, che tuttavia non dovrebbero superare i 30 euro mensili per le pastiglie.
Naturalmente bisogna considerare, in aggiunta, anche i costi relativi alle visite veterinarie o agli esami del sangue.
Se è invece necessario intervenire chirurgicamente per asportare la tiroide oppure sottoporre il micio alla radio iodio terapia, il costo si aggirerà tra i 1000 e i 2000 euro.
Ci sono tuttavia alcuni fattori, come ad esempio il peso del gatto, che determinano la quantità di farmaci necessaria e possono quindi incidere sul costo del singolo trattamento.
Le cause: ci sono particolari condizioni o eventi che possono scatenare l’ipertiroidismo nel gatto?
L’ipertiroidismo si verifica quando la tiroide produce una quantità eccessiva di ormoni. Questa importante ghiandola si trova nella gola del gatto, a sinistra e a destra della trachea.
Gli ormoni tiroidei più noti sono la tiroxina (T4) e la triiodotironina (T3).
Tumore: la causa scatenante più frequente
Il più delle volte, la causa responsabile dell’ipertiroidismo nel gatto è purtroppo un’alterazione patologica del tessuto tiroideo, tra cui ad esempio alcuni tumori.
Non spaventarti! Molto spesso si tratta di adenomi benigni, solo raramente i carcinomi sono maligni e aggressivi.
Altre cause e fattori favorenti
Un’eccessiva funzionalità della tiroide può essere anche scatenata da una patologia conosciuta come iperplasia adenomatosa: in questo caso il tessuto della tiroide aumenta e la ghiandola produce più ormoni.
La scienza non ha ancora chiarito completamente quali possono essere i fattori scatenanti dell’ipertiroidismo, nel gatto, così come nell’essere umano o in qualsiasi altro animale. Tuttavia, si sospetta che i seguenti elementi aumentino il rischio di malattia:
esposizione a radiazioni
assunzione di prodotti chimici (ad es veleni, antiparassitari)
lettiera
alimenti umidi con concentrazione di iodio troppo elevata
Prognosi: l’ipertiroidismo è curabile?
La prognosi dell’ipertiroidismo nel gatto è generalmente piuttosto positiva.
Ci sono tuttavia alcune gravi malattie concomitanti (come ad esempio patologie renali croniche) che possono peggiorare il quadro clinico e ridurre l’aspettativa di vita.
Naturalmente un gatto lasciato a se stesso e non curato a dovere non potrà che raggiungere lo stadio finale della malattia, rischiando un epilogo fatale.
Aspettativa di vita: quanto può sopravvivere un gatto affetto da ipertiroidismo?
Dato che la causa più frequente di ipertiroidismo nel gatto si può ricondurre ad un tumore benigno, basterà una terapia mirata perché il tuo tesoruccio possa sperare in una vita normale, senza ulteriori fastidi o restrizioni.
Prevenzione: come proteggere la tiroide del tuo gatto
Purtroppo le malattie ormonali rientrano tra le patologie che non possono essere prevenute.
Una buona salute generale è comunque importante per affrontare al meglio eventuali terapie o trattamenti che dovessero rivelarsi necessari nel corso della vita.
Di seguito alcuni consigli per avere un gatto sano e in forze:
modula sempre l’alimentazione sulla base delle condizioni specifiche del tuo peloso.
assicurati che il gatto abbia sempre abbastanza possibilità di muoversi e di sfogarsi (soprattutto per i gatti che vivono solo in appartamento).
portalo con regolarità dal veterinario, perché gli faccia una visita di routine.
Nella rubrica del nostro magazine dedicata ai giochi per gatti troverai molte idee per garantire al tuo micione tutta l’attività di cui ha bisogno.
Questo articolo di zooplus Magazine è puramente informativo. Se il tuo animale presenta malessere e fastidi, contatta il tuo veterinario per diagnosi e cure.
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Franziska G., Veterinario
Mi sono laureata in Medicina Veterinaria all’Università Justus-Liebig di Gießen, in Germania, e ho maturato una vasta esperienza in diversi ambiti quali la medicina clinica per piccoli animali, la pratica veterinaria per animali di grossa taglia e per animali esotici, approfondendo le mie conoscenze in fatto di farmacologia, patologia e igiene alimentare. Da allora svolgo attività come autrice non solo di testi di argomento veterinario ma anche in quello che è l’ambito della mia dissertazione scientifica. Il mio obiettivo è quello di riuscire a proteggere meglio gli animali dagli agenti patogeni di tipo batterico. Oltre alle mie conoscenze mediche, mi piace condividere la mia felice esperienza di proprietaria di un cane: in questo modo posso comprendere da vicino e allo stesso tempo fare chiarezza sulle principali problematiche che riguardano la salute degli animali.
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