Purtroppo, soprattutto in città, i gatti domestici fuori casa e quelli randagi vengono investiti con un certa frequenza.
Come sappiamo, sfortunatamente il traffico stradale è una costante fonte di pericolo per i nostri amici di zampa: ogni anno in Italia muoiono oltre 10.000 gatti, investiti da auto, moto o mezzi pesanti. Ma cosa possiamo e cosa dobbiamo fare, se notiamo un gatto investito? Esistono obblighi di legge da conoscere e rispettare? Facciamo chiarezza.
Cosa fare se investo un gatto?
E’ l’incubo di chiunque ami gli animali e guidi un’auto: stai procedendo tranquillo sulla tua corsia, quando all’improvviso ti si para davanti un gatto. Soltanto un secondo prima era nascosto tra le auto in sosta o tra la vegetazione, ma ora corre verso di te e attraversa la strada senza badare al pericolo.
Freni di scatto, provi a sterzare, ma il povero animale non riesce a mettersi in salvo. Senza volere, lo hai investito. E adesso, che cosa puoi fare?
Ovviamente sei in stato di shock. I pensieri si affastellano nella tua testa: cosa devo fare? L’ho investito ma non l’ho fatto apposta: devo prestare soccorso? Chi posso chiamare? Passerò dei guai? Verrò denunciato? Cosa succede se scappo?
La prima cosa da fare è cercare di restare lucidi e, se possibile, scendere dall’auto per vedere se puoi prestare i primi soccorsi all’animale ferito. Ci sono obblighi legali e allo stesso tempo decisioni importanti che possono fare la differenza, per il povere gattino. Meglio sapere in anticipo come muoversi, in un caso del genere.
Chi devo chiamare, se trovo un gatto investito?
Se ti rendi conto che sulla strada c’è un gatto gravemente ferito, fermati appena possibile, in sicurezza. La cosa più importante è non mettere in pericolo te stesso o gli altri automobilisti, quindi accendi le luci di emergenza, indossa il gilet di sicurezza e proteggi il luogo dell’incidente con un triangolo di segnalazione.
Certo, potrebbe non essere così “facile” fare tutto come sopra descritto: cosa puoi fare se, ad esempio, non puoi uscire dall’auto perché gli altri veicoli procedono a forte velocità e non vi è una corsia di emergenza?
In questo caso è meglio restare in auto e chiamare al telefono il più vicino ambulatorio veterinario per chiedere soccorso. In alternativa, i Carabinieri o la Polizia locale.
In nessun caso si può abbandonare un animale investito sulla strada e andarsene: il codice della strada, infatti, stabilisce l’obbligo di soccorso. Chi non lo rispetta può incorrere in sanzioni che vanno da 389 euro a 1.559 euro, in caso di partecipazione diretta all’incidente.
Cosa fare se ti rendi conto che il gatto è morto?
Se puoi accostare e prestare in prima persona le eventuali prime manovre di soccorso, verifica la gravità della situazione e, se le condizioni dell’animale lo permettono, porta tu stesso il povero micetto al più vicino pronto soccorso veterinario.
Cosa devi fare, invece, nel caso in cui il gatto sia morto? Se non sei stato tu ad investire l’animale e sei assolutamente certo che non ci sia più niente da fare, hai semplicemente l’obbligo di rimuovere dalla strada i suoi poveri resti. In teoria, puoi tornare in auto e proseguire il tuo viaggio.
Tuttavia, è vivamente consigliato informare le autorità locali con una semplice telefonata. Inoltre, sarebbe bene verificare se per caso il micio fosse dotato di microchip: in quel caso, sarebbe importante avvisare il proprietario e i veterinari di prassi lo fanno.
Recarsi nel più vicino pronto soccorso veterinario per consentire l’eventuale identificazione dell’animale, quindi, non è un obbligo di legge, specie se non hai causato tu la morte del gatto, ma è un atto dovuto, di rispetto per il piccolo micio e per la persona che, magari, lo sta cercando da giorni.
Dopo lo shock iniziale, per la maggior parte dei pet mate è preferibile sapere cosa è successo al loro aMicio piuttosto che passare mesi se non addirittura anni a cercarlo ovunque senza darsi pace.
Chi paga, se investi un gatto?
Un tema a cui spesso non si pensa è quello della responsabilità e del danno: se si investe un animale, si è responsabili e come tali occorre fare fronte a tutte le spese veterinarie che si renderanno necessarie come conseguenza dell’incidente.
Nel 2011, una sentenza della Cassazione ha condannato il responsabile della morte di un cane, sfuggito al proprietario, a risarcire non solo le spese mediche ma anche i danni morali derivanti dall’angoscia e dal dolore dovuti alla perdita dell’animale d’affezione.
In pratica, se il pet mate riesce a dimostrare che l’incidente e la morte dell’animale siano esclusiva responsabilità di chi guidava l’auto (ad esempio perché procedeva ad una velocità troppo sostenuta), può richiedere non solo al risarcimento del danno patrimoniale legato alle spese sostenute per le cure veterinarie, ma anche il risarcimento del danno non patrimoniale dovuto al dolore per la sofferenza e la perdita del proprio pet.
E questo nonostante la legge stabilisca la responsabilità diretta del proprietario, nel caso in cui un animale domestico vaghi da solo e quindi sfugga al controllo.
In conclusione: come evitare il rischio denuncia per omissione di soccorso e danni
Anche a livello europeo, la legge è molto chiara e coerente, al riguardo. Se vuoi evitare denunce e guai penali, puoi ignorare un gatto investito che giace a bordo strada solo a tre condizioni:
- che il povero animale sia sicuramente morto
- che il corpo del gatto sia stato rimosso dalla carreggiata
- che non sia stato tu l’autore dell’incidente.
In pratica, possiamo continuare a guidare soltanto se non siamo coinvolti nell’incidente mortale e se per l’animale non vi sia più nulla da fare, oltre ad aver constato che non via sia alcun pericolo per le altre auto in transito (e quindi che il corpo del gatto si trovi a bordo strada).
Se l’animale è morto, comunque, la cosa da fare è informare la polizia stradale: anche perché, se il gatto fosse identificabile tramite collarino o microchip, sarebbe importante informare dell’accaduto il suo proprietario, che sicuramente lo starebbe cercando.
Se invece l’animale è ferito, occorre chiamare subito un pronto soccorso veterinario, oppure prestare personalmente le prime cure e portare l’animale al più vicino ambulatorio veterinario.