{"url":"https://www.zooplus.it/magazine/gatto/adottare-un-gatto/microchip-al-gatto-costo-e-a-cosa-serve","title":"Microchip al gatto: costo e a cosa serve","mag_id":356427,"is_single":true,"cat_name":"Gatto","sub_cat_id":561,"sub_cat_name":"Adottare un gatto","cat_id":542}
Un gatto con microchip è registrato ed è quindi più facile ritrovarlo in caso di smarrimento.
Con il microchip ogni pet ha un numero identificativo individuale. Per i cani, è una pratica obbligatoria e indispensabile ormai da anni. Ma quali sono vantaggi e svantaggi di dotare di chip anche il gatto, e quanto costa? Abbiamo riassunto tutte le info più importanti, spiegando quando e perché ha senso decidere per il chip al gatto.
Come suggerisce il nome, il microchip è molto piccolo: misura infatti soltanto 12 mm ca. Si tratta di un dispositivo elettronico passivo, racchiuso in una capsula di vetro, il quale contiene un numero di identificazione unico di 15 cifre.
Utilizzando uno speciale lettore, i veterinari e i rifugi per animali sono in grado di recuperare questo numero con una semplice scansione. Al numero di microchip sono associati i dati del pet mate, quindi questo aiuta ad identificare rapidamente i gatti smarriti, per restituirli al loro umano e riportarli a casa sani e salvi.
Come si mette il chip al gatto?
Il microchip viene impiantato dal veterinario sotto pelle, in genere nell’area alla sinistra del collo del gatto: l’obiettivo è che si impianti nel tessuto e vi rimanga per tutta la vita del micio. La buona notizia è che non è doloroso per il tuo.
Di solito, il chip al gatto si inserisce quando è ancora un gattino. Tuttavia, se hai adottato un micio già adulto, puoi tranquillamente decidere di farglielo applicare adesso, anche se il tuo pet è ormai adulto. Non esistono controindicazioni all’inserimento del chip in animali adulti.
Se il gatto ha il chip, si può localizzare?
Ed ecco un primo mito da sfatare: no, non è possibile localizzare il gatto attraverso il microchip. Per sapere sempre dove si trova il tuo pet, esistono speciali localizzatori GPS i quali vanno attaccati ad ai collari o alle pettorine per gatti, non inseriti sotto pelle.
L’ideale è che il localizzatore GPS per gatti sia dotato di una chiusura di sicurezza che si apre automaticamente quando vengono tirati, in modo da non mettere in pericolo il tuo aMicio. In generale, infatti, sarebbe meglio evitare di mettere ilcollare (magari con campanellino) al gatto, in quanto potenzialmente pericoloso e fastidioso, per i nostri amici felini.
Non basta il microchip: serve l’iscrizione all’ANF.
Ovviamente, l’abbinamento di gatto e relativo pet mate realizzato dal microchip funziona solo se l’animale viene registrato, con il suo numero identificativo, presso il registro dell’Anagrafe Nazionale Felina, la banca dati informatizzata nazionale che viene gestita, senza scopo di lucro, dall’Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani (ANMVI).
L’obiettivo dell’Anagrafe Nazionale Felina è offrire un importante servizio: registrando i gatti dotati di chip e inserendoli in un database nazionale, si rende possibile il riconoscimento degli animali che si perdono (cosa tutt’altro che rara, soprattutto quando si parla di gatti domestici che vivono anche fuori casa!).
Al tempo stesso, si effettua un censimento della popolazione felina presente sul territorio italiano (ovviamente parliamo dei gatti da appartamento e di quelli che, pur vivendo anche all’esterno, sono nutriti e curati da una famiglia).
Si tratta di un’iniziativa molto importante per la prevenzione del randagismo, che supporta la tutela della salute dei gatti e la gestione responsabile del rapporto tra le persone e i loro pet.
Quali sono i dati necessari per effettuare la registrazione all’Anagrafe Nazionale Felina?
Numero di microchip
Dati relativi al gatto: razza, nome, sesso, data di nascita, colore
Dati relativi al pet mate: nome, indirizzo, numero di telefono, indirizzo email
Cosa succede se non metto il chip al gatto?
Niente, a meno che tu non viva in Lombardia, unica regione italiana ad aver esteso l’obbligo di microchip anche ai gatti. Nel resto d’Italia, al momento non esiste alcun obbligo né sanzioni rispetto all’applicazione del microchip ai nostri amici felini.
Detto questo, c’è un “però”: senza il microchip, il gatto non può avere il Passaporto Europeo e di conseguenza non può lasciare il Paese.
Anche se può sembrare marginale, quello del passaporto individuale è un aspetto da non sottovalutare: può capitare a chiunque di dover partire all’improvviso e di non poter affidare il proprio gatto a nessuno di fidato. In quel caso, se l’animale ha il Passaporto Europeo in corso di validità potrà facilmente venire con noi, diversamente no.
I vantaggi: è utile far mettere il chip al gatto?
Il chip al gatto non costa molto ed è particolarmente utile, soprattutto se il micio è un gatto domestico fuori casa o che comunque esce, di tanto in tanto.
In teoria, esiste l’alternativa del collare con i tuoi dati di contatto. In pratica, però, i collari possono risultare pericolosi, perché i nostri amici felini si impigliano facilmente, durante le loro esplorazioni, e rischiano di strangolarsi. Ecco perché la cosa migliore da fare è ricorrere al chip.
La scelta di far inserire il microchip nelle spalla del proprio gatto vanta molte ottime ragioni. Vediamole insieme.
1. In Lombardia è già obbligatorio (presto potrebbe esserlo anche altrove)
Ovviamente, se vivi in Lombardia la questione non si pone nemmeno: la legge regionale n.9 del 6 giugno 2019 lo ha reso obbligatorio a far data dal 1 gennaio 2020. Non farlo significa commettere un illecito amministrativo.
I trasgressori corrono il rischio di vedersi comminare una sanzione compresa tra i 40 e i 240 euro.
2. Se il gatto si perde o viene sottratto
Anche se non bisogna sempre pensare al peggio, purtroppo non è impossibile che il tuo gatto scappi o sparisca.
Ogni anno in Italia si perdonodiverse migliaia di gatti domestici: di solito, se non muoiono, subiscono incidenti anche gravi e finiscono in una qualche clinica veterinaria, portati da sconosciuti che non sono in grado di rintracciare i pet mate di questi poveri animali.
Altre volte, i gatti smarriti finiscono in qualche gattile o rifugio per animali e, anche in questo caso, senza un microchip nessuno ha modo di rintracciare la persona di riferimento, che molto probabilmente non saprà mai che fine ha fatto il proprio amico di zampa.
Un discorso a parte merita la triste realtà dei furti, soprattutto dei gatti di razza: purtroppo non è così infrequente che i gatti con pedigree, soprattutto se appartenenti a razze costose e rare, come Sokoke, Sphynx o Toyger, vengano rubati da malintenzionati che poi li rivendono, alimentando un mercato sommerso a dir poco vergognoso.
Se il gatto ha il microchip, invece, può facilmente essere restituito al suo pet mate: senza ombra di dubbio, un happy ending per tutti.
3. Vacanza all’estero con il gatto
Stai pensando di andare in vacanza insieme al tuo gatto? Molto verosimilmente, per espatriare il tuo pet avrà bisogno del Passaporto Europeo, oltre che di essere in regola con i vaccini. Il microchip di conseguenza è indispensabile, per muoversi in Europa con un gatto, sin dal 3 luglio 2011.
4. Gattaiole e distributori di cibo automatici
Un gatto microchippato non solo è più facile da rintracciare, se si perde, ma è anche più gestibile grazie alle gattaiole con microchip e ai distributori automatici di alimenti, accessori intelligenti che si aprono e chiudono in base al numero di chip dell’animale.
Questo significa che i gatti dei vicini non ruberanno più il cibo del tuo aMicio e che potrai personalizzare il tipo di alimentazione dei tuoi gatti in maniera individualizzata, un aspetto particolarmente importante, questo, soprattutto se uno dei tuo pelosetti deve assumere farmaci, come la classica pastiglia che in genere si mischia al cibo per gatti.
Se il gatto ha il microchip, puoi installare una gattaiola intelligente che si apra solo al suo passaggio.
Quanto costa mettere il chip a un gatto?
Non esiste un prezziario ufficiale, uguale per tutti gli ambulatori veterinari o a cui i medici debbano attenersi. Detto questo, trattandosi di una procedura molto rapida e indolore per il gatto, di solito in Italia il veterinario chiede tra i 20 e i 50 euro.
Proposte d’acquisto dalla redazione di zooplus
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Franziska G., Veterinario
Mi sono laureata in Medicina Veterinaria all’Università Justus-Liebig di Gießen, in Germania, e ho maturato una vasta esperienza in diversi ambiti quali la medicina clinica per piccoli animali, la pratica veterinaria per animali di grossa taglia e per animali esotici, approfondendo le mie conoscenze in fatto di farmacologia, patologia e igiene alimentare. Da allora svolgo attività come autrice non solo di testi di argomento veterinario ma anche in quello che è l’ambito della mia dissertazione scientifica. Il mio obiettivo è quello di riuscire a proteggere meglio gli animali dagli agenti patogeni di tipo batterico. Oltre alle mie conoscenze mediche, mi piace condividere la mia felice esperienza di proprietaria di un cane: in questo modo posso comprendere da vicino e allo stesso tempo fare chiarezza sulle principali problematiche che riguardano la salute degli animali.
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