{"url":"https://www.zooplus.it/magazine/cavallo/salute-e-cura-del-cavallo/arpeggio-nel-cavallo","title":"Arpeggio nel cavallo","mag_id":329634,"is_single":true,"cat_name":"Cavallo","sub_cat_id":583,"sub_cat_name":"Salute e cura del cavallo","cat_id":545}
Un movimento a scatti verso l'alto della zampa posteriore è la tipica manifestazione di arpeggio nel cavallo.
Decidi di accompagnare nel paddock il tuo adorato cavallo quando all’improvviso lo vedi tirare su le zampe posteriori, di scatto, per poi appoggiarle di nuovo a terra, a stampo. Si tratta di una malattia purtroppo piuttosto comune. Scopri cosa puoi fare contro il cosiddetto arpeggio nel cavallo.
I sintomi: come si manifesta l’arpeggio nel cavallo?
I veterinari definiscono l’arpeggio “un’anomalia funzionale cronica di una o di entrambe le zampe posteriori del cavallo”.
Gli animali che ne sono affetti contraggono improvvisamente le zampe posteriori quando stanno in piedi o camminano. A volte sollevano l’arto posteriore con tale forza da toccarsi la pancia con l’incavo del nodello. Poco dopo, rimettono la zampa a terra.
I sintomi di solito si manifestano all’improvviso e senza che si riesca a risalire al motivo: ad un certo punto il cavallo flette di scatto l’articolazione del nodello, il garretto e la zampa, per poi estendere nuovamente gli arti, subito dopo.
Il movimento dell’arpeggio ricorda vagamente l’andatura della marcia militare, o il gesto impettito di un gallo.
In medicina veterinaria si è soliti distinguere la forma australiana da quella idiopatica, in ragione del fatto che hanno cause diverse. Visto che l’arpeggio australiano è causato da avvelenamento (fiori o piante), di solito si ammalano più cavalli contemporaneamente. Occasionalmente, alle anomalie dell’andatura si aggiungono altri sintomi come la paralisi laringea, conseguenza appunto dell’avvelenamento.
La diagnosi: come si capisce che si tratta di arpeggio?
Questo genere di disturbo del movimento, può avere diverse cause. È quindi importante che il veterinario esegua un esame generale della salute dell’animale e un esame specifico della zoppia.
Solo in questo modo è possibile distinguere tra diagnosi apparentemente simili (diagnosi differenziale), come ad esempio tra lo spavino e l’arpeggio.
La terapia: come si cura l’arpeggio nel cavallo?
Siccome non è sempre chiaro quali siano le reali cause di questa patologia, esistono diverse opzioni di trattamento.
Oltre all‘iniezione di farmaci come il Botox (tossina botulinica), la fenitoina sodica o la vitamina B (tiamina), alcuni veterinari raccomandano anche l’intervento chirurgico, specie nel caso in cui il trattamento conservativo non abbia avuto successo.
Attualmente esistono due tecniche chirurgiche principali, per il trattamento dell’arpeggio. In entrambe, il veterinario riduce o rimuove l’estensore laterale del dito che attraversa la superficie laterale della giuntura del garretto (muscolo estensore digitale laterale).
La parziale rimozione dell’estensore
In questa tecnica chirurgica, il veterinario taglia dall’esterno la pelle e la fascia nella zona del metatarso. Da qui può vedere l’estensore, da cui poi rimuove un pezzo.
La resezione totale (rimozione)
In questo caso il chirurgo rimuove tutto il tendine, esponendolo all’estremità superiore e inferiore, incidendo la pelle e la fascia.
L’estremità inferiore viene tagliata per liberare il tendine dalla guaina tendinea, tirando l’estremità superiore. Poi viene tagliata anche l’estremità superiore del tendine, per rimuoverlo completamente
La prognosi: quali sono le possibilità di guarigione?
In pratica, la possibilità che il cavallo rimanga per sempre con questo disturbo oppure che torni a camminare normalmente dipende dalla causa che ha originato questa patologia. La forma idiopatica a volte scompare da sola dopo qualche passo.
Tuttavia, in ragione della mancanza di effettive opzioni terapeutiche, questa variante può ripresentarsi. Le misure terapeutiche (chirurgiche o conservative) possono avere più o meno successo, a seconda dei casi.
Le cause: che cosa scatena l’arpeggio nel cavallo?
Le cause di questa patologia non sono ancora chiare. Finora i ricercatori non sono stati in grado di stabilire come si verifichino i disturbi neuromuscolari che determinano l’arpeggio nel cavallo. Tuttavia, sospettano che lesioni (traumi) o malattie sottostanti degli arti posteriori, come infiammazioni nella zona degli zoccoli, possano portare a tali sintomi.
Il cosiddetto arpeggio australiano è una forma particolare di arpeggio, la cui causa è ampiamente compresa: si verifica spesso alla fine dell’estate quando i cavalli ingeriscono tossine vegetali stazionando nel paddock.
In particolare, si sospetta che ne siano responsabili i semi della costolina giuncolina. Tuttavia, non c’è ancora accordo tra i ricercatori in merito alla responsabilità di questa tossina vegetale o piuttosto dei funghi presenti sulle piante, i quali potrebbero effettivamente essere la causa scatenante dell’arpeggio australiano. Quel che è certo, tuttavia, è che sia l’avvelenamento a causare questa variante.
La prevenzione: come posso proteggere il mio cavallo?
Visto che le cause dell’arpeggio nel cavallo non sono del tutto chiare, purtroppo non c’è modo di prevenire questa patologia. Tuttavia, è possibile evitare che il proprio animale contragga la variante australiana rimuovendo le piante di costolina giuncolina dal paddock o facendo in modo che pascoli su prati alternativi e sicuri.
Questo articolo di zooplus Magazine è puramente informativo. Se il tuo animale presenta malessere e fastidi, contatta il tuo veterinario per diagnosi e cure.
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Franziska G., Veterinario
Mi sono laureata in Medicina Veterinaria all’Università Justus-Liebig di Gießen, in Germania, e ho maturato una vasta esperienza in diversi ambiti quali la medicina clinica per piccoli animali, la pratica veterinaria per animali di grossa taglia e per animali esotici, approfondendo le mie conoscenze in fatto di farmacologia, patologia e igiene alimentare. Da allora svolgo attività come autrice non solo di testi di argomento veterinario ma anche in quello che è l’ambito della mia dissertazione scientifica. Il mio obiettivo è quello di riuscire a proteggere meglio gli animali dagli agenti patogeni di tipo batterico. Oltre alle mie conoscenze mediche, mi piace condividere la mia felice esperienza di proprietaria di un cane: in questo modo posso comprendere da vicino e allo stesso tempo fare chiarezza sulle principali problematiche che riguardano la salute degli animali.
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