{"url":"https://www.zooplus.it/magazine/cane/educazione-del-cane/pet-therapy-al-servizio-dei-piu-deboli","title":"Pet therapy: al servizio dei più deboli","mag_id":229680,"is_single":true,"cat_name":"Cane","sub_cat_id":559,"sub_cat_name":"Educazione del cane","cat_id":544}
Abbassano la pressione sanguigna, riducono lo stress emotivo e migliorano il nostro benessere generale: i cani, si sa, esercitano un’influenza fortemente positiva su noi umani. Ecco perché si sceglie sempre più la pet therapy in percorsi di cura quali la logopedia, la terapia occupazionale e, ancora, la fisioterapia o la psicoterapia.
Ma in cosa consiste esattamente la pet therapy? Quali abilità devono possedere e quali sono i cani adatti per questo tipo di terapia?
Differenze tra cane da pet therapy, d’assistenza o da lavoro
Ospedali, centri diurni, ambulatori di psicopedagogia, case di riposo o scuole: sono moltissimi gli ambiti in cui un cane può rivelarsi un aiuto prezioso.
In ogni caso, la sua casa è e resta quella del suo umano, che solitamente è anche un terapeuta oppure lavora in campo medico o pedagogico. È questo ciò che lo differenzia dal cane d’assistenza, che, al contrario, vive stabilmente con persone affette da disabilità fisiche, mentali o psichiche ed è per loro un accompagnamento costante.
I cani da pet therapy instaurano con il terapeuta uno stretto legame basato sul lavoro di squadra e diventano un prezioso aiuto per i pazienti affetti da disturbi psichici o neurologici. Con la loro sola presenza, ma spesso anche grazie al contatto fisico o al loro smanioso richiamo al gioco, i cani da pet therapy si rivelano un contributo davvero importante per la riuscita delle sedute di terapia.
Infatti, diversamente dai cani utilizzati solo per fare visita a pazienti ricoverati in strutture sanitarie (senza uno specifico obiettivo terapeutico), la pet therapy coinvolge il cane integrandolo saldamente all’interno di un percorso terapeutico programmato. In quest’ottica, il peloso prende parte in modo mirato al trattamento di pazienti per periodi di più settimane.
Naturalmente questi fedeli animali non possono sostituire la figura del terapeuta, ma è stato ampiamente dimostrato che sono in grado di influenzare positivamente l’efficacia delle cure.
Quando e dove si utilizzano i cani da pet therapy?
Se sei un amante dei cani, sicuramente sei ben consapevole di quanto possa far bene la loro compagnia. Questo loro super potere è confermato anche da diversi studi scientifici!
Non c’è quindi da stupirsi se sempre più terapeuti e operatori sanitari decidono di supportare il proprio lavoro e di amplificarne l’efficacia avvalendosi dell’aiuto di questi dolcissimi compagni di zampa.
Spaziando dalla depressione, ai disturbi legati all’ansia, alle difficoltà di linguaggio o di apprendimento fino ad altre disabilità fisiche, psichiche o neurologiche, i cani addestrati per la pet therapy sono ormai operativi in numerosi ambiti e contribuiscono in svariati modi al successo dei trattamenti.
Solo per citarne alcuni, un cane può rivelarsi prezioso in percorsi di:
psicoterapia,
terapia occupazionale,
terapia legata alla sfera dell’apprendimento (specialmente per i bambini),
logopedia,
fisioterapia,
rieducazione terapeutica.
Cosa fanno i cani da pet therapy?
I cani da pet therapy accompagnano i loro umani a varie sessioni di terapia individuale o di gruppo e restano a loro disposizione in modi differenti.
Si fa distinzione tra cani da terapia attivi, che esortano “attivamente” le persone in cura a intraprendere un’azione (ad esempio, a giocare con loro), e cani da terapia reattivi, che si mostrano più inclini all’attesa e reagiscono in modo particolarmente empatico agli stati d’animo dei pazienti.
I pelosi addestrati per questo tipo di trattamenti entrano in contatto con persone molto diverse tra loro: c’è chi ha problemi ad articolare le parole, chi si muove a malapena o con grande difficoltà o chi soffre di stati di agitazione, ansia e nervosismo.
Lavorano sia con bambini sia con adulti e anziani e sono in grado di entrare in sintonia con le peculiarità di ciascun paziente.
Nel loro ruolo di cani da pet therapy, questi fedelissimi compagni di zampa lavorano spesso lontano dalle proprie case, confrontandosi con una grande varietà di situazioni, ambienti, odori e attrezzature mediche.
Tutto questo, in un certo senso, può essere fonte di stress ogni volta che si trovano ad operare in un contesto terapeutico, pertanto è a maggior ragione davvero importante che le condizioni in cui si trovano a prestare il loro aiuto siano adeguate.
È bene non dimenticare che un cane da pet therapy è e resta prima di tutto un cane, con le sue esigenze e le sue emozioni!
In quanto tale, è guidato da bisogni naturali e, come tutti i cani, deve poter avere sfogo sufficiente all’aria aperta, stare a contatto stretto con le persone che sono per lui un riferimento nonché giocare e trascorrere del tempo con i suoi simili.
Anche i pelosi che sembrano vivere in uno stato di imperturbabile calma solo per compiacere e aiutare noi umani necessitano di tanto in tanto di potersi ritirare nel proprio angoletto e “fare semplicemente il cane”.
Per evitare di stressare questi preziosi aiutanti, gli esperti raccomandano di non superare i 45 minuti di terapia al giorno, per un massimo di tre sedute settimanali.
Naturalmente si tratta di una linea guida indicativa, dato che molto dipende anche dalle condizioni ambientali in cui si trovano a prestare il loro servizio: se ad esempio il cane si alterna con altri cani da terapia, si ritrova in un ambiente molto affiatato e di tanto in tanto può concedersi una pausa sfogandosi sul prato o ritagliandosi un angolo di pace, è possibile prolungare leggermente l’orario di lavoro giornaliero.
In ogni caso, la giornata lavorativa di un cane da pet therapy dovrebbe durare al massimo due ore.
Quali obiettivi si possono raggiungere?
I cani trasmettono una sensazione di calore, sicurezza e protezione semplicemente standoci accanto.
È stato scientificamente dimostrato che la presenza di un cane dal carattere aperto e socievole ha il potere di abbassare la nostra pressione sanguigna, ridurre lo stress, l’aggressività o le insicurezze e contribuire significativamente al nostro benessere.
Ma come fanno i cani ad esercitare questo effetto benefico? Dove si nasconde il loro segreto? Si tratta di animali molto empatici, che spesso sanno percepire con grande precisione i diversi stati d’animo. Al contrario nostro, loro non danno giudizi.
Non criticano, non sentenziano, non ci rimproverano, non hanno aspettative e non dispensano consigli amichevoli ma non richiesti. Prendono le persone per quello che sono, offrendo loro conforto e compagnia indipendentemente dall’aspetto fisico, dal comportamento e dal modo di parlare o di muoversi.
Allo stesso tempo, quando accarezziamo un cane, il nostro corpo produce l’ormone noto come “ossitocina” o “ormone della felicità”, il cui effetto è quello di renderci più calmi, felici ed empatici.
I cani hanno la capacità di fare uscire le persone dal proprio guscio come quasi nessun terapeuta umano sa fare.
Il percorso inizierà probabilmente con l’accenno di un timido sorriso sul volto di un paziente che fino a poco prima, a causa dei suoi disturbi, era a malapena capace di esprimere emozioni.
Ma la presenza di un peloso aiuterà ben presto il paziente a raggiungere una maggiore apertura seduta dopo seduta, a parlare più fluentemente o addirittura a muovere improvvisamente un braccio che fino a quel momento teneva penzoloni.
I cani da pet therapy possono esercitare il loro ascendente sulle persone in molti modi differenti e hanno la capacità di far ottenere risultati straordinari tanto a livello psicologico e sociale quanto sul piano fisico.
Tra gli evidenti vantaggi della pet therapy possiamo citare:
maggiore stabilità emotiva, diminuzione di aggressività o paure;
riduzione dello stress;
rilassamento della muscolatura;
abbassamento della pressione sanguigna e della frequenza cardiaca;
aumento della percezione sensoriale e corporea;
miglioramento della motricità e del linguaggio;
attenuazione dei disturbi dell’equilibrio e della percezione;
incoraggiamento all’interazione e alla comunicazione;
aumento dell’attenzione e del senso di responsabilità;
accrescimento dell’autostima e stimolo all’integrazione sociale;
maggiore capacità di concentrazione, memoria e reazione e, quindi, potenziamento delle abilità.
Come si diventa cane da pet therapy?
Non tutti i cani sono nati per diventare animali da pet therapy, e non c’è nulla di male.
I cani particolarmente testardi oppure quelli che hanno per natura uno spiccato istinto di protezione o un’indole da guardia e, di conseguenza, si mostrano talvolta aggressivi o territoriali, probabilmente non farebbero che aggravare lo stress dei pazienti invece di apportare benefici.
Per essere adatto alla pet therapy, un cane deve assolutamente possedere qualità come un carattere aperto e socievole, una soglia dello stimolo elevata e una bassa predisposizione all’aggressività.
Tutti questi tratti sono strettamente connessi al tipo di educazione del cane: ecco perché, nel migliore dei casi, l’“addestramento” dei cani da pet therapy inizia fin da cuccioli.
Al confronto con questi fattori, la razza del cane, il fatto che sia o meno un meticcio e ancor di più la sua taglia sono abbastanza irrilevanti.
In linea di principio, qualsiasi cane può essere addestrato per la pet therapy, a patto che ci siano le giuste condizioni di base.
Quali sono i requisiti?
Naturalmente il primo requisito essenziale è un’indole calma e pacifica.
Saltare addosso alle persone, ringhiare o abbaiare forte, tirare il guinzaglio e ignorare i comandi sono tutte cose che un cane da pet therapy non può permettersi. Deve, al contrario, lasciarsi accarezzare sempre e ovunque e non innervosirsi se qualcuno gli si avvicina in modo brusco o gli tira la coda.
Riassumendo, un cane da pet therapy dovrebbe assolutamente possedere le seguenti caratteristiche:
temperamento calmo, pacifico e paziente;
stretto legame con il suo terapeuta;
carattere aperto e socievole, anche nei confronti degli sconosciuti;
indole equilibrata;
scarsa aggressività;
obbedienza e docilità;
buon comportamento sociale;
non essere territoriale;
non avere uno spiccato istinto di protezione o un’indole da guardia;
non essere diffidente nei confronti di estranei;
sensibilità, ma anche elevata tolleranza allo stress.
Quali sono le razze più adatte?
Se un cane soddisfa tutte le caratteristiche elencate sopra, la razza non ha alcun peso.
Ciononostante, alcune razze canine sono per loro stessa natura più adatte alla pet therapy rispetto ad altre. Sono quindi particolarmente indicati i cani da compagnia e i cani guida, per il loro carattere affabile e la loro dedizione all’uomo, oppure le razze originariamente utilizzate come cani da lavoro, come i cani da caccia e da pastore, allevati per decenni per aiutare nelle attività umane.
Naturalmente non basta appartenere ad una di queste razze per essere un buon cane da pet therapy: abbiamo visto che elementi quali una buona socializzazione, una corretta educazione e l’accumulo di molte esperienze positive prevalgono nettamente sulla provenienza genetica del cane.
Anche se sempre più allevatori si concentrano sull’allevamento mirato di questi cani, a fare la differenza è sempre il singolo individuo insieme al modo in cui il cucciolo si sviluppa a partire dalla nascita.
Come vengono addestrati?
Pastore tedesco, collie o labrador? Al di là della razza, in linea di massima vale quanto segue: i cani adulti che hanno già ricevuto un forte imprinting, con alle spalle eventuali esperienze negative con umani e in cui si sono già manifestati uno o più comportamenti indesiderati, difficilmente potranno essere addestrati con successo e diventare buoni supporti durante la terapia.
Cosa intendiamo con precisione? Non esiste un vero e proprio addestramento che garantisca che in sei mesi un cane diventi un perfetto animale da pet therapy, indipendentemente dalle sue esperienze pregresse.
Anche negli Stati Uniti, dove è attivo fin dagli anni ‘80 un corso di formazione per pet therapy riconosciuto a livello nazionale, è necessario che il cane e il suo umano soddisfino determinati prerequisiti, verificati sottoponendo il cane a un test attitudinale e il suo compagno a due prove, una scritta e una orale.
Anche in Germania è previsto un esame analogo per l’approvazione dei cani da destinare a questo tipo di terapia.
Cercando sul web vedrai che sono numerosi i corsi e le opportunità di formazione mirati alla preparazione dei cani alle attività di pet therapy.
Spesso i cani vengono addestrati anche per esperienza tramandata: vivendo insieme a cani da pet therapy già operativi, imparano da loro grazie a un processo di trasmissione naturale.
Altre regole per i cani da pet therapy
Oltre alla stabilità caratteriale del cane e alle conoscenze specialistiche del loro umano, è ovviamente fondamentale considerare anche lo stato di salute e di igiene del futuro cane da pet therapy.
È importante che il cane sia in piena salute, perché si sa, in caso di dolore il povero peloso a volte può reagire in modo inaspettato e dimostrarsi aggressivo.
In generale, è indispensabile che un cane da pet therapy venga accuratamente visitato da un veterinario perché, in base alla sua destinazione (ad esempio, ospedali o cliniche diurne), può essere esposto maggiormente a germi e batteri rispetto ad altri cani.
Se un cane possiede tutti questi requisiti ed è riuscito a dimostrarlo superando una prova, niente può più impedirgli di diventare un cane da pet therapy.
Quel che è certo, a questo punto, è che in futuro saprà come fare la felicità non solo dei suoi pazienti, ma anche la propria, perché “essere di utilità” fa stare bene, e questo vale per tutti, anche per i nostri amici di zampa!
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