{"url":"https://www.zooplus.it/magazine/acquaristica/specie-di-pesci/pesci-dacqua-dolce","title":"Pesci d’acqua dolce","mag_id":349233,"is_single":true,"cat_name":"Acquaristica","sub_cat_id":576,"sub_cat_name":"Specie di pesci","cat_id":548}
I pesci d’acqua dolce sono la passione di chi si dedica all’acquaristica e non solo: con i loro colori vivaci e i movimenti sinuosi, incantano chiunque li osservi. Questo non vuol dire, però, che siano necessariamente animali facili da allevare. A seconda della specie ittica, infatti, è necessario tenere presente alcuni aspetti: scopriamo insieme come possiamo fare in modo che questi nostri amici di pinna vivano un’esistenza idonea alla loro specie.
Coloratissimi, grandi, minuscoli, vivaci oppure molto tranquilli: i pesci d’acqua dolce sono un’immensa varietà di specie ittiche diverse e non è quindi possibile riepilogarle tutte, né tantomeno descriverle. Qui di seguito trovi un elenco delle più popolari specie di pesci d’acqua dolce, con un ritratto che riassume le caratteristiche salienti e le informazioni più importanti per allevarli nella maniera migliore.
I pesci angelo
Questi popolarissimi pesci tropicali d’acqua dolce sono originari della regione amazzonica e appartengono alla famiglia dei Ciclidi. In natura si cibano per lo più di larve, insetti, molluschi e pesci più piccoli. Se decidi di allevarli all’interno del tuo acquario, ti consigliamo di offrire loro anche esche vive.
L’alternativa, per questi pesci d’acqua dolce, sono le alghe e la lemna, una tipologia di piante per l’acquario comunemente nota anche con il nome di “lenticchie d’acqua”. Anche se i pesci angelo sono animali robusti, restano piuttosto delicati, soprattutto quando si parla di modificazioni biologiche e chimiche dell’acqua in cui vivono.
In condizioni ottimali, e quindi se vengono allevati correttamente, possono vivere all’interno di un acquario anche 10-12 anni. La minaccia maggiore per la loro salute è rappresentata dai flagellatiintestinali, i quali colpiscono e danneggiano soprattutto le pareti dell’intestino. Se il pesce d’angelo colpito ha un sistema immunitario debole, purtroppo favorirà la proliferazione dei flagellati e il peggioramento delle sue stesse condizioni di salute.
Non è difficile capire se i propri pesci hanno contratto questa malattia: gli esemplari malati secernono infatti una sorta di muco biancastro. In questo caso, è necessario intervenire rapidamente mettendo in quarantena gli esemplari colpiti dall’infezione. Occorre riempire la vasca con acqua ad una temperatura di 35°C, così da uccidere l’agente patogeno. Dopo di che è necessario passare al trattamento farmacologico specifico, come da indicazioni del proprio veterinario di riferimento.
I pesci disco
Analogamente al pesce angelo, anche il pesce disco è originario dell’Amazzonia e appartiene alla famiglia dei Ciclidi. Si distingue a colpo d’occhio per via del caratteristico corpo piatto e circolare. Le squame invece possono avere colori diversi, come il giallo neon, il rosso e il blu.
In natura, questi allegri pesci d’acqua dolce di solito si nutrono di piante acquatiche morte e di alghe. Consumano anche piccoli invertebrati come vermi, zanzare e larve. Se decidi di allevarne alcuni esemplari nel tuo acquario, fai in modo che abbiano una dieta varia.
Il granulato e il mangime in fiocchi vanno sempre somministrati con moderazione, senza mai esagerare. Se si eccede, infatti, il pesce disco può soffrire di un’ostruzione intestinale e morire. Per quanto riguarda i fiocchi, invece, tieni presente che devono sempre essere ammollati, prima di offrirli ai tuoi pesci disco, per evitare che si gonfino nello stomaco dei tuoi amici di pinna. I mix di mangimi per pesci disco, spesso a base di gamberetti e filetti di pesce, sono l’alimento ideale.
Questi popolari pesciolini in natura vivono anche 10 anni, mentre in acquario arrivano persino a 16 anni di vita. Per quanto riguarda gli aspetti di salute, tra le malattie più comuni ricordiamo le infezioni fungine e l’avvelenamento da alluminio, due condizioni che possono essere prevenute attraverso un buon filtraggio dell’acqua.
La malattia dei puntini bianchi è effettivamente un problema ed è dovuta alla presenza di un protozoo. I pesci colpiti devono essere immediatamente isolati, visto che si tratta di un’infezione molto contagiosa e in genere fatale. Non è difficile capire se il tuo pesce disco ha contratto questa malattia: le macchie bianche e le branchie gonfie sono i segni tipici e in genere sono molto evidenti.
Le carpe
Quella delle carpe è la più grande famiglia di Osteitti: esistono circa 3.000 specie, le quali vivono 4 ben continenti: Europa, Nord America, Africa e Asia. A livello di dimensioni, le carpe possono essere molto diverse tra loro: si va dai 2 centimetri ai 2 metri!
Sono dotate di denti faringei, una caratteristica, questa, che può essere utilizzata per identificare la specie. Anche l’eruzione cutanea durante la deposizione delle uova è una stranezza tipica delle carpe. In particolare, durante la stagione riproduttiva la zona della testa si modifica visivamente.
In genere le carpe sono onnivore: in natura si nutrono di invertebrati e di alghe, mentre in acquario occorre declinare la loro alimentazione in base alla specie. I pesci rossi possono essere nutriti con mangime di origine vegetale, come alghe e prodotti surgelati specifici, come pure esche vive e mangime in fiocchi. Al contrario i Danionide preferisce il plancton e le piccole larve di zanzara, ma possono essere allevati anche offrendo loro mangimi vegetali e lattuga.
Passando alle famosissime carpe Koi, queste richiedono una dieta ricca di carboidrati, proteine e grassi, seppure in quantità limitate, quindi senza mai esagerare. Questa specie ha un comportamento alimentare particolare: fintanto che riceve del cibo, lo consuma, per cui occorre prestare grande attenzione alle quantità.
In generale, le carpe sono pesci molto robusti; detto questo, se non vengono allevate correttamente, possono soffrire di diverse patologie, come la malattia dei puntini bianchi, che provoca un forte prurito. Di conseguenza il pesce si strofina contro gli oggetti solidi che trova nell’acquario e perde peso.
Alla base delle patologie delle pinne, invece, di solito vi è un agente patogeno: è fondamentale controllare periodicamente che l’acqua non sia contaminata o che la popolazione ittica dell’acquario non sia diventata troppo numerosa. Questa fastidiosissima infiammazione, infatti, provoca la graduale caduta della pinna posteriore del pesce.
Una popolazione eccessivamente numerosa e la temperatura dell’acqua troppo elevata sono all’origine di un’altra patologia, questa volta a carico delle branchie: questo genere di infestazioni fungine sono persistenti e difficili da curare. L’ideale quindi è agire in termini di prevenzione.
Pesci d’acqua dolce: a cosa fare attenzione?
Cosa fare per i pesci angelo
Una volta diventati adulti, questi pesci d’acqua dolce raggiungono dimensioni impressionanti, per cui si rende necessario un acquario di dimensioni adeguate, di almeno 150 x 60 x 60 cm. Il volume della vasca dovrebbe essere in grado di contenere 200 litri d’acqua filtrata o anche di più.
A livello di accessori e allestimento dell’acquario, ti consigliamo un fondo in terriccio e sassolini molto fini. Visto che il pesce angelo vive negli anfratti cespugliosi della terra amazzonica, quando è libero e nel suo habitat nativo, è bene procurarsi anche alcune piante da acquario.
I pesci angelo sono una specie ittica tropicale, per cui è fondamentale cercare di ricreare le temperature dell’habitat nativo di questo pesce. Idealmente, quindi, l’acqua dovrebbe avere un temperatura compresa tra i 22 e i 32°C. Un valore costante che resti fisso attorno ai 26°C è l’opzione ideale.
A livello di qualità dell’acqua, invece tieni presente che la durezza complessiva dovrebbe essere pari a 6 e quella carbonatica a 4. Per filtrare l’acqua è possibile utilizzare alcuni additivi di torba, per pulirla e allo stesso tempo mantenere stabile l’equilibrio batterico dell’acquario.
Cosa fare per i pesci disco
Come abbiamo visto, anche i discus sono originari dell’Amazzonia. Questo implica che, nel loro habitat naturale, vivono sul fondo buio del Rio delle Amazzoni. Di conseguenza, la luce può causare loro agitazione.
Ecco perché, per i pesci disco allevati in cattività, si consigliano tubi al neon attenuati da una componente rossa più forte. Le temperature devono essere elevate, attorno ai 29°C.
In generale, l’acqua dovrebbe avere un valore di pH compreso tra 6 e 7, mentre la durezza dell’acqua dovrebbe avere un valore compreso tra 4 e 14°. La durezza carbonatica, d’altro canto, dovrebbe essere compresa tra 3 e 12 gradi, non oltre.
Prima di acquistare i pesci discus, è necessario attendere circa 2 settimane per dare il tempo ai batteri, fondamentali per il biotopo, di formarsi all’interno dell’acquario. Solo quando l’habitat sarà pronto si potranno inserire in pesci. Anche le piante acquatiche andrebbero prima integrate e poi posizionate all’interno dell’acquario.
Cosa fare per le carpe
Come sappiamo, le carpe sono originarie di diverse zone climatiche e regioni naturali del nostro pianeta. Pertanto, le condizioni di allevamento sono diversificate e vanno adeguate in base alla specie ittica che si sceglie di allevare.
Il pesce rosso si sente a suo agio in un acquario d’acqua fredda: la temperatura dell’acqua è perfettamente adeguata quando si aggira tra i 10 e i 20°C, mentre il valore del pH dovrebbe essere compreso tra 6,5 e 8 pH.
I pesci rossi non dovrebbero mai essere tenuti in acquari piccoli: si sentono molto più a loro agio in un laghetto o in un acquario di almeno 100 cm di perimetro. Come substrato si può usare la sabbia, visto che cercano il cibo sul fondo, scavando. In genere preferiscono piante robuste perché amano nascondersi.
Questi pesci hanno un’aspettativa di vita molto lunga e possono raggiungere persino i 30 anni. I pesci rossi non amano vivere da soli per cui hanno bisogno di interagire con altri conspecifici.
I pesci Danioninae preferiscono nuotare in acqua con una temperatura comprese tra 22 e 26°C e valori di pH compresi tra 5 e 6,5. Vanno sempre allevati in gruppi di almeno 6 esemplari. È importante non sottovalutare il filtraggio, che deve essere energico, come nel caso della torba.
Questi pesci apprezzano l’illuminazione solo se è moderata. Tieni presente che, visto che in natura vivono immersi in acqua corrente, anche quando si trovano all’interno di vasche hanno bisogno di uno spazio adeguato. L’ideale è un acquario di circa 200 litri, arricchito con una vegetazione non troppo fitta.
Il pesce cardinale, invece, si accontenta di una temperatura dell’acqua compresa tra i 16 e i 22°C e di valori di pH compresi tra 6 e 8. L’importante è fare in modo che la temperatura non superi i 23°C, altrimenti si rischia che questi adorabili pesciolini contraggano diverse patologie. L’acquario ideale si aggira attorno ai 54 litri di capienza.
Il pesce cardinale ama nuotare liberamente quindi non richiede molte piante. Tuttavia, ne servono alcune, robuste, per permettere a questi pesci d’acqua dolce di giocare a nascondervisi. Tieni presente che questa specie ittica è molto socievole e ha bisogno di vivere in gruppi di non meno di 10 esemplari.
La carpa koi richiede uno specchio d’acqua particolarmente ampio, per cui è preferibile allevarla all’interno di un laghetto. Non ama vivere da sola e il numero degli esemplari da inserire nello stagno dipende essenzialmente dalle sue dimensioni e quindi dalla quantità di acqua disponibile.
Lo spazio per ogni pesce dovrebbe essere di circa 1-3 mq. Tieni presente che anche con gli stagni occorre pensare all’illuminazione, ma va evitata assolutamente l’esposizione diretta alla luce diretta del sole. Un’altra cosa da evitare, inoltre, è il completo isolamento: in questo senso è preferibile uno stagno in ombra parziale, magari con una profondità minima di 1,3 metri per consentire alle carpe di andare in letargo.
Durante queste settimane di riposo, le carpe non vanno svegliate né spostate e i valori dell’acqua vanno ugualmente tenuti sotto controllo: i pesci tollerano temperature comprese tra i 3 e i 30°C, mentre il valore del pH deve essere compreso tra 6,5 e 9.
L’allevamento di carpe koi d’acqua dolce è un’attività piuttosto impegnativa: per questa ragione è importante che avere già una certa esperienza e non essere al primo acquario.
Dove è meglio comprare i pesci d’acqua dolce?
Qualunque specie ittica tu abbia intenzione di allevare, il nostro consiglio è quello di acquistare i tuoi pesci d’acqua dolce presso un buon negozio per animali. Anche su Internet è possibile trovare diversi allevatori di pesci, con i relativi recapiti.
Prima di procedere all’acquisto, però, osserva attentamente i pesci per verificare che non abbiano malattie o condizioni fisiche non ottimali. Prima di scegliere un allevatore o un negozio, è sempre bene fare prima qualche ricerca in rete e leggere le opinioni dei clienti.
Al giorno d’oggi esistono anche gli shop online che offrono pesci in vendita. Sebbene questa opzione possa sembrare allettante a prima vista, non è consigliabile perché la spedizione espressa può causare molto stress agli animali. I pesci finiscono con l’arrivare indeboliti e magari sviluppano malattie poco dopo il trasferimento.
Ecco perché è preferibile prendersi il tempo necessario per acquistare i pesci in un negozio specializzato, valutandone il quadro di salute generale.
Per quanto riguarda i prezzi, questi variano a seconda della specie ittica esce. I pesci rossi sono particolarmente economici da acquistare mentre i Ciclidi – come i pesci angelo – si collocano in una fascia di prezzo medio-alta. Se parliamo delle carpe koi, infine, il prezzo è sempre molto elevato.
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Proposte d’acquisto dalla redazione di zooplus
I prodotti selezionati nel box sono proposte effettuate dalla redazione, alimenti e accessori che puoi trovare nel negozio online per animali di zooplus e non costituiscono advertising da parte dei brand citati.
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