Axolotl

axolotl

Da qualche anno la salamandra messicana (Ambystoma mexicanum), chiamata comunemente Axolotl, è diventata un animale domestico molto di moda. Il suo aspetto simpatico e la colorazione intensa ne fanno un’attrazione esotica che a tanti piace avere tra le mura di casa. Oltretutto, gli Axolotl sono anche abbastanza facili da allevare. Vediamoli insieme più da vicino!

Una salamandra molto particolare

Tra gli anfibi, l’Axolotl è speciale sotto diversi aspetti. Questa stupenda salamandra vive prevalentemente sott’acqua e rimane sempre allo stato larvale.

In pratica, invece di subire la tipica metamorfosi, si riproduce in forma larvale e quindi può vivere tutta la vita sott’acqua. L’axolotl non è un’eccezione, in sé e per sé: questa caratteristica (chiamata “neotenia”) si trova, in natura. Un altro caso è quello del Proteo, ad esempio, sempre un anfibio ma molto meno popolare.

Fu Alexander von Humboldt a scoprire il primo esemplare di Axolotl, all’inizio del XIX secolo, e a portarlo con sé in Europa.

Da adulto questo simpatico animaletto è lungo circa 23-28 cm, anche se ci sono esemplari che raggiungono i 30-40 cm. Si tratta di rarità, però, perché di solito l’Axolotl non è così grande.

Osservandolo, è impossibile non notare i suoi piccoli occhi scuri, senza palpebre, le branchie delicate e la coda a remo con cui si muove agilmente nell’acqua. Ultimo ma non meno importante, l’Axolotl è riconoscibilissimo per via della sua caratteristica testa piatta dalla bocca larga che, abbinata alla colorazione variopinta, lo fa sembrare quasi un fumetto.

Visto dall’esterno, sembra che questo tenero anfibio sorrida costantemente. I suoi occhi scuri simili a due puntini lo fanno sembrare particolarmente amichevole e simpatico. Il sesso lo si riconosce dalla curvatura della cloaca, leggermente sporgente nei maschi e piatta nelle femmine.

axolotl © lapis2380 / stock.adobe.com

Nel secolo scorso sono stati allevati diversi tipi di Axolotl, e per questo motivo ora sul mercato si trovano esemplari di tante forme e colori diversi. Ad esempio, uno dei più diffusi è l’Axolotl albino, anche se generalmente la pigmentazione di questi anfibi si presenta di colore scuro, nero o grigio.

Uno degli aspetti più sorprendenti è la capacità della salamandra messicana di rigenerare i propri organi e arti. Se, ad esempio, le viene staccata una zampa, magari con un morso da parte di qualche altro animale, è in grado di farne ricrescere una questa completamente nuova, a distanza di poco tempo. Persino le sue branchie sporgenti, se vengono danneggiate, possono rigenerarsi.

Quanto alla convivenza con altri animali, possiamo dire che l’Axolotl di solito non dà problemi e coesiste pacificamente con altre specie compatibili o conspecifici. Tuttavia, anche se è in grado di far ricrescere parti del suo corpo, è importante evitare inquilini aggressivi.

La varietà di colori dell’Axolotl

Come abbiamo detto, in natura questo anfibio è di un colore tra il grigiastro e il nero. Esistono molte altre colorazioni che sono soprattutto frutto dell’allevamento e della selezione per il mercato dei pet. Gli esemplari più popolari sono di colore bianco, beige e dorato con graziose macchie sulla pelle. Piuttosto insoliti sono invece i cosiddetti wild-type, che presentano una colorazione grigio chiaro con punti scuri.

Nella salamandra messicana i rami branchiali spuntano dai due lati della testa e presentano piccoli filamenti di colore rosso. Piuttosto raro è l’Axolotl color rame, ma ancor più raro è il cosiddetto assantico, che talvolta non presenta alcun colore ed è in gran parte trasparente.

Esistono anche esemplari albini dai riflessi metallici, con la loro particolare pigmentazione a mosaico, e i cosiddetti “arlecchino“: questi ultimi sono in realtà Axolotl bianchi dotati di poche cellule in grado di pigmentarsi, che formano così le diverse varianti con cui può presentarsi questa “maschera”.

Axolotl © Erni / stock.adobe.com

L’Axolotl: l’animale sacro degli Aztechi

Il termine “Axolotl” deriva dalla lingua Nahuatl degli aztechi: “atl” significa acqua, mentre “xolotl” era il nome di una divinità. Una traduzione plausibile è quindi “dio dell’acqua” o “mostro acquatico“. Il nome suggerisce la provenienza di questa salamandra, che è originaria dei laghi messicani.

Quanto all’habitat, esemplari di questo animale esotico si trovano nelle acque dei laghi Xochimilco e del Chalco, attorno alla metropoli di Città del Messico. Pare che un tempo la salamandra messicana fosse presente anche in altri laghi dell’altopiano, che nel frattempo si sono prosciugati.

Una curiosità: il suo aspetto così particolare potrebbe essere legato all’origine vulcanica di questa regione messicana e alle caratteristiche del suo sistema idrografico.

Gli Axolotl che oggi vivono nel lago Xochimilco sono circa 0,3% per Kmq: questi anfibi preferiscono vivere in acque fredde e ricche di ossigeno, e proprio per questo motivo popolano soprattutto il fondale del lago.

In natura gli Axolotl sono animali notturni e, dal momento che non è possibile trovarli in altre parti del mondo, si può facilmente avere la sensazione di trovarsi di fronte ad una creatura ancestrale. Si tratta sicuramente di un animale molto antico e che già nella cultura mesoamericana aveva carattere sacro.

In passato non era raro che venisse impiegato per scopi alimentari e anche oggi in Messico può capitare di trovare degli Axolotl al mercato del pesce.

Come si alimenta un Axolotl?

L’Axolotl è un ottimo predatore ed è sempre in agguato per potersi procacciare il cibo di cui si nutre. Non appena scorge un crostaceo più piccolo nuotare, ad esempio, lo cattura. Si nutre anche di invertebrati come larve di insetti e uova di altri anfibi. Talvolta si ciba anche della sua stessa prole e di diversi pesci più piccoli.

Se tenuti in casa, di solito li si nutre con larve e insetti. Zanzare, lombrichi e mosche sono una vera delizia, per questo nostro amico anfibio. Gli esemplari più giovani vanno nutriti quotidianamente con apposito mangime mentre per quelli adulti sono sufficienti 2 pasti a settimana.

Adottare e allevare l‘Axolotl

Qual è la temperatura giusta per un Axolotl?

Come abbiamo visto, l’Axolotl vive in acque dolci, fredde e ricche di ossigeno. Si tratta di caratteristiche che devono essere riprodotte al meglio anche in acquario. La temperatura ideale oscilla tra i 12°C e i 20°C. Al di sotto dei 10°C il nostro anfibio non subisce danni, ma non appena si superano i 24°C inizia a nuotare per tutto l’acquario in preda al panico.

Maggiore è la temperatura dell’acqua, più accelera il metabolismo dell’Axolotl, con il rischio concreto che sviluppi patologie dall’esito fatale. Al contrario, le temperature basse attorno a 1°C o 2°C non sono un problema per il nostro amico Axolotl.

Sul fondo dell’acquario va collocata della sabbia a grana fine. Le pietre troppo grandi, infatti, possono essere ingerite e portare ad un’ostruzione intestinale fatale, per questo tenero anfibio. Tieni sempre presente che la granulometria ideale per gli anfibi è compresa tra 1 e 3 mm.

Se decidi di allevare uno o più Axolotl devi assolutamente dotare il tuo acquario di un filtro: abbinato ad una pompa, anch’essa necessaria, questo accessorio garantisce un costante arricchimento di ossigeno nell’acqua. I filtri esterni sono l’ideale perché consentono di ridurre al massimo la tecnologia visibile all’interno dell’acquario. Inoltre garantiscono un’igiene ottimale.

Attenzione a non esagerare, però: troppo movimento in acqua rischia di stressare il tuo Axolotl. Il nostro amico è a suo agio immerso in acqua dura con un pH superiore a 7. In acqua troppo dolce, infatti, rischia di perdere la sua colorazione. Nulla di pericoloso, in sé, ma può causare stress.

Se dal rubinetto esce solo acqua dolce, può anche essere arricchita con sali come sodio, potassio e calcio. I valori di pH compresi tra circa 7 e 7,5 sono quelli ottimali, ma vanno bene anche valori compresi tra i 6,5 e gli 8. Per quanto riguarda i nitriti, invece, va detto che dovrebbero essere presenti nell’acquario con un valore massimo di 0,5 grammi per litro. Per i nitrati, infine, sono accettabili 25 mg.

Quanto dovrebbe essere grande l’acquario per un Axolotl?

L’Axolotl può essere allevato molto bene sia singolarmente sia in coppia. Con 2 esemplari adulti occorre però comprare un acquario più grande.

Gli anfibi raramente vanno d’accordo con altre specie: quindi i pesci non sono troppo adatti alla convivenza con un Axolotl, venendo visti fondamentalmente come prede di cui cibarsi.

Essendo creature notturne, questi anfibi hanno bisogno di poca luce per potersi nutrire. Se decidi di allevare diversi esemplari di Axolotl, è bene che ti procuri un acquario più grande.

Qui trovi un paio di parametri per aiutarti a valutare quali dimensioni debba avere il tuo acquario:

  • con 1 axolotl: acquario da 100 litri (ad es. vasca da 80x35x40cm)
  • con 2 o 3 axolotl: acquario da 160-200 litri (ad es. vasca da 100x50x40cm)

In pratica, devi calcolare all’incirca 50-80 litri di “spazio” per ogni Axolotl. L’altezza dell’acquario, invece, è un elemento meno importante. Piuttosto, presta attenzione al fatto che la superficie della base sia estesa a sufficienza.

Il fondo del tuo acquario dovrebbe offrire abbastanza spazio libero ai tuoi amici anfibi, oltre alla possibilità di ritirarsi in piccoli luoghi protetti (come ad es. grotte, radici, etc.). Come abbiamo già visto, la luce dovrebbe essere piuttosto debole e non bisogna dimenticarsi del filtro esterno, oltre eventualmente di una pompa per mantenere elevato il contenuto di ossigeno del tuo acquario.

Insieme ai tuo Axolotl devi prenderti cura anche delle piante che inserisci all’interno dell’acquario. Scegli specie robuste come la felce di Giava, l’alga d’acqua e il muschio. Anche le piante galleggianti possono essere una scelta eccellente: il fatto che generino una leggera ombreggiatura non infastidisce affatto questi simpatici anfibi.

Le malattie di cui può soffrire l‘Axolotl

La buona notizia è che in generale gli Axolotl sono animali robusti, che godono di buona salute. Apparentemente, anche se si feriscono gravemente, sono in grado di rigenerare le parti danneggiate. Gli anfibi, in effetti, possono persino rigenerare parti del cervello e del cuore senza troppe difficoltà e soprattutto senza che restino danni visibili.

Detto questo, ci sono importanti accorgimenti da avere comunque, prendendosi cura di questi adorabili animaletti. Le temperature troppo elevate e il conseguente stress che ne deriva, così come l’eccessiva circolazione dell’acqua e alti valori di pH sono tutti fattori potenzialmente pericolosi per un Axolotl. Se ci sono troppi acidi nell’acqua, può formarsi dell’ammoniaca, con un effetto tossico che, a lungo andare, porta questi splendidi anfibi alla morte.

L’infestazione da parassiti non è un’eventualità troppo rara, soprattutto da parte di un parassita noto come Ergasilus sieboldi, che è pericoloso in quanto porta ad una grave infiammazione. I ciliati sono invece causa di gravi patologie solo nel caso di grandi infestazioni e in esemplari già deboli o anziani: un Axolotl indebolito è più lento e ha poco appetito.

I flagellati (protisti), altro parassita che potrebbe infestare il tuo acquario, sono parassiti che si annidano nell’intestino crasso dell’Axolotl e possono causare presenza di muco e problemi epidermici, sempre nel caso in cui l’anfibio che li ospita sia piuttosto debole.

L’infestazione da mesomicetozoi, invece, dovrebbe essere evitata a tutti i costi perché questi parassiti causano la formazione di vesciche superficiali sul corpo dell’axolotl, vesciche le quali, una volta lacerate, non guariscono. La conseguenza può essere la formazione di escrescenze nodose sul corpo del nostro amico anfibio. Purtroppo non esiste ancora alcun trattamento contro questo parassita.

Quanto a lungo vive un Axolotl?

Le aspettative di vita degli Axolotl sono sorprendentemente buone, a patto che vengano allevati in maniera adeguata. Mediamente vivono infatti 15 anni ma vi sono stati casi di axolotl che hanno raggiunto la veneranda età di 25 anni! L’età minima, invece, è di circa 8-10 anni.

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